Inaccettabile, incoerente, ingiusto e immorale: questi sono gli aggettivi con i quali le principali sigle sindacali (Cgil, Cisl e Uil) definiscono la strada intrapresa dall’amministrazione comunale di Pescara per quanto concerne i possibili tagli alla spesa sociale per far fronte all’ulteriore buco di bilancio di circa 8 milioni di euro.
I sindacati, che annunciano anche di voler intraprendere azioni anche eclatanti per difendere i diritti dei cittadini, degli operatori e dei relativi servizi del settore, dichiarano di aver ricevuto informazioni, da parte del sindaco di Pescara, di tagli alla spesa sociale nell’ordine di 2,3 milioni di euro in tre anni (così suddivisi stando a quanto dichiarato: 700mila euro nel 2015; 800mila nel 2016, e ulteriori 800mila nel 2017).
Per Emilia Di Nicola, segretaria provinciale Cgil Pescara: «Già nello scorso settembre avevamo espresso la nostra opinione al Comune per alcune voci del bilancio di previsione. A oggi siamo stati convocati dall’amministrazione e ci è stato detto che c’è un ulteriore buco di circa 8 milioni; vogliono operare pertanto nuovi tagli alla spesa sociale, per la quale avremo una riduzione di 3,3 milioni di euro (2,3 nei tre anni che si aggiungono al milione di taglio già effettuato). Una situazione di questo tipo è inaccettabile, così come non sono accettabili mediazioni su questo tema. Tagliare ulteriormente la spesa sociale è impossibile. Bisogna quindi pensare a un nuovo percorso e fare delle scelte da parte dell’amministrazione. Procedendo con questi tagli verrebbe colpita ad esempio l’assistenza a casa per oltre 300 malati, e significherebbe annullare il tentativo di territorializzare la Sanità. Dobbiamo tutelare i diritti degli operatori che lavorano in questo settore, e se dall’amministrazione non viene fuori un’idea di confronto su questi temi, siamo pronti a continuare a oltranza la nostra mobilitazione uniti con gli altri sindacati».
Rosa Toritto, segretario Uil confederale Pescara, ha invece spiegato che: «è stato scelto di tagliare il 30% del taglio totale previsto solamente in ambito sociale. Non riusciamo quindi a capire quale sia la loro strategia, e ci chiediamo quale sia il programma dell’amministrazione? Il discorso del sociale era uno dei programmi “principe” del mandato di questo sindaco, mentre ora si sta facendo esattamente il contrario: per noi è un’operazione inaccettabile».
Per il segretario Cisl, Umberto Coccia, «Sono 7 anni di crisi durissima nei quali si sono create sacche di povertà enormi. Abbiamo portato avanti un progetto per aumentare la spesa sociale: qui non possiamo tagliare nulla, siamo già al minimo. Al Comune ci dicono che siamo in una situazione di pre-dissesto. C’è quindi una situazione “di fatto” di commissariamento, non ufficiale, ma effettiva? Vorremmo chiedere almeno di spalmare la situazione debitoria su un arco di tempo più ampio. Noi non abbiamo intenzione di accompagnare questo processo, e ufficialmente il sindaco ci ha parlato di tagli nell’ordine di 700mila euro. Sul sociale siamo fermi sulle nostre posizioni; non possiamo voltarci dall’altra parte, abbiamo una responsabilità sociale verso pensionati e famiglie».
Per Paolo Castellucci segretario Spi Cgil Pescara, esisterebbero anche possibili soluzioni alternative per far fronte all’emergenza: «In altri Comuni abbiamo proposto altri tipi di soluzioni. A Popoli, solo per citare un esempio, col contrasto all’evasione operato con la collaborazione dell’Agenzia delle Entrate e della Guardia di Finanza, siamo riusciti a recuperare oltre 180mila euro in un solo anno. Sulla situazione di Pescara la domanda che ci poniamo è questa: che differenza c’è tra un commissariamento reale e un’amministrazione che si muove nello stesso senso di un commissario vero e proprio? Anzi, potremmo provocatoriamente aggiungere che col commissariamento reale ci sarebbe un recupero ancora maggiore, perché non esisterebbe il sindaco, il consiglio, e le relative spese. Se davvero è questa la strada intrapresa dal Comune, vorrà dire che ci dovremo inventare qualcosa con i pensionati soprattutto. Se la gente non è in grado di dare delle risposte su questo tema, allora è il caso che vada a casa. Questi problemi non possono ricadere direttamente sui cittadini. Lotta all’evasione fiscale, abbassamento di alcuni costi strutturali e altre manovre alternative sono possibili per far recuperare soldi all’amministrazione comunale; in altri comuni già si fanno queste cose».
Infine, ecco il pensiero di Gianni Orsini Segretario Uil Pensionati Pescara: «La gente non ne può più e noi come pensionati siamo disposti ad andare fino in fondo. La politica non pensa mai a tagliare i propri costi e sprechi: loro non provvedono mai a tagliare, e se la prendono con lavoratori e pensionati. Per questo siamo disposti anche ad azoni eclatanti. I cittadini che hanno davvero bisogno non possono subire ulteriori tagli. Ci sono pensionati a 600 euro che non possono far fronte a tutte le spese».