Eh sì, un giorno di festa, il 2 giugno 2015 rimarrà anch’esso ben impresso nella mente di chi ha a cuore i colori biancazzurri. La partenza alle ore 12 alla volta di Vicenza poteva sembrare adatta per arrivare intorno alle 18, al massimo, nella città biancorossa e consolidare lo storico gemellaggio. Il rientro dal lungo ponte ha fatto saltare i programmi e con una A14 da bollino nero il tempo impiegato per raggiungere Vicenza è stato nettamente superiore.
Con gli immancabili cacionetti, crostate e pizzette viaggiare con le Donne Biancazzurre è qualcosa di unico, e incontri pure i giocatori del Pescara calcio a 5, che si dirigono a Ferrara per gara 2, sì perché anche lì ci stiamo giocando qualcosa di importante. Arrivare nella città veneta alle 20.30 ha rappresentato solo un aumento di ansia pre gara a livelli incredibili. L’atmosfera che si respirava in quella città è stata qualcosa di incredibile, la coreografia nello stadio e l’eccellente colpo d’occhio hanno preso il sopravvento. E li che i circa mille supporter pescaresi, oltre i Rangers, tutti coloro che vivono questa squadra 7 giorni su 7 erano, compreso me, letteralmente trasformati.
Davanti avevano la propria squadra che ha fatto la partita e i goal realizzati e subiti sono stati frutto di propri meriti e demeriti. La sofferenza è stata tanta ma poi al triplice fischio finale, dell’ottimo Maresca, è scoppiata la festa. Io in primis mi sono reso conto di essere un’altra persona, abbracci con persone di cui non si conosce nemmeno il nome ma sul loro volto la gioia dopo mesi e mesi di sofferenza.
Ed ecco che entriamo nell’aspetto tecnico tattico e non possiamo fare altrimenti che inchinarci a Massimo Oddo, il quale ci ha riproposto una squadra finalmente bella che esprime sul campo e non sulla carta tutte le proprie potenzialità. Poi mettiamoci tutte le sue dichiarazioni a effetto, e sì proprio quelle. Massimo sa bene che per infiammare questa piazza serve toccare le corde giuste. Pescara è una città, diciamolo pure un po’ sborona, ai pescaresi piace vivere al di sopra delle proprie possibilità dove nemmeno gli abitanti dei Colli usano il freno a mano dopo aver parcheggiato la propria auto.
Stiamo vivendo un sogno, siamo in finale e adesso giochiamocela, siamo noi a non avere nulla da perdere. E quando inizia a fare giorno, alle 6 del 3 giugno il pulmann delle Donne Biancazzurre arriva a destinazione, l’infaticabile Nella Grossi mi guarda e mi dice: “Benede’ quanti posti ti lascio per Bologna?” Svestiamoci dai panni formali, oggi ci è consentito, lasciatemi affidare il mio pensiero a questa frase: Se di Pescara non sei capire tu non puoi!!! E, intanto, il sogno continua.
Benedetto Gasbarro