Un giocatore di colore reso oggetto di insulti razzisti da parte di alcuni avversari: questo il racconto fatto dalla società A.C. Caramanico, al termine dell’incontro esterno con la Pro Celano.
Vittima degli episodi sarebbe un giocatore della squadra pescarese, Cheikh Gueye.
I fatti, che hanno portato alla diffusione di una nota da parte della società di Caramanico Terme nella quale viene espressa solidarietà al proprio giocatore 21enne, e alla sensibilizzazione verso “la tolleranza e la civile convivenza”, si sarebbero verificati domenica scorsa, 28 febbraio, durante l’incontro Pro Celano-Caramanico.
Secondo quanto spiegato dalla società che milita nel campionato di Seconda Categoria girone B, il proprio tesserato sarebbe stato fatto oggetto di ripetuti insulti di stampo razziale sin dall’inizio del secondo tempo.
A tali provocazioni Cheikh avrebbe reagito, subendo così l’espulsione dal terreno di gioco da parte del direttore di gara.
Uno degli avversari avrebbe tentato di inseguire il calciatore sia durante il corso del match, che alla fine dell’incontro, raggiungendo anche il pullman all’interno del quale si trovava Cheikh Gueye.
Gli eventi raccontati dall’A.C. Caramanico, secondo la società del Pescarese, sarebbero avvenuti “nell’assoluto e assordante silenzio della dirigenza locale”.
L’A.C. Caramanico, che ha annunciato un esposto agli organi federali per quanto avvenuto, ha pertanto espresso la piena e incondizionata solidarietà al proprio giocatore, condannando inoltre quanto avvenuto durante la partita:
L’ A.C. Caramanico 1989 condanna da sempre ogni forma di razzismo e di ignoranza. Riteniamo, infatti, che non basti essere contro il razzismo ma bisogna combattere l’ignoranza, perché il razzismo non è altro che il frutto dell’ignoranza. Ancora peggio quando forme di razzismo vengono manifestate con violenza. Il nostro sodalizio è da sempre contro ogni forma di violenza.
Oltre a ciò, la società di Caramanico Terme ha inoltre ribadito il concetto espresso, sottolineando l’importanza dei valori della tolleranza:
La società, pertanto, vuole ribadire la propria vicinanza al ragazzo, a Cheikh, e lo farà sempre quando qualcuno vuole mettere in discussione valori assoluti come la tolleranza e la civile convivenza. Infine, sottoscriviamo in pieno le parole che un giusto pronunciò mezzo secolo fa: “Fino a quando il colore della pelle non sarà considerato come il colore degli occhi noi continueremo a lottare” (E. Guevara).