Nel suo primo anno a Pescara ha subito centrato il “bersaglio grosso” cucendo, per la prima volta nella loro storia, il tricolore sulla maglia dei biancazzurri.
Fulvio Colini è infatti riuscito, al primo tentativo, a portare lo scudetto nella sede del Pescara calcio a 5.
Una vittoria finale che quindi premia la scelta fatta dalla dirigenza la scorsa estate, quando si è deciso di puntare su un allenatore che, al momento, vanta un vero e proprio record a livello personale, avendo vinto per ben 4 volte il Campionato italiano con quattro squadre differenti (Roma, Montesilvano, Luparense e, appunto, Pescara).
Il palmares personale di Colini, oltre ai 4 scudetti vinti, annovera anche 3 Coppe Italia, una Coppa Uefa e 4 Supercoppe Italiane.
Ma chi è Fulvio Colini, e come è riuscito a plasmare in così poco tempo una squadra vincente?
E soprattutto, alla luce anche della vittoria dello scudetto, quali sono le ambizioni con le quali il Pescara si appresta ad affrontare la prossima stagione agonistica?
Di questo e di tanto altro ha parlato il coach biancazzurro in un’intervista in esclusiva concessa a PescaraPost, e che è possibile leggere qui di seguito.
Secondo scudetto consecutivo (dopo quello di un anno fa alla Luparense) e secondo tricolore in provincia di Pescara: si può dire che Colini sia un vero e proprio “talismano”, oltre che un grande allenatore?
«Forse per quanto riguarda l’Abruzzo sì, a livello di scaramanzia potrebbe essere detto».
Perché ha scelto di venire a Pescara?
«Pescara è stata sempre un avversario degno quando ero altrove. Era una piazza importante che, pur non avendo mai vinto, era comunque nell’elite del futsal. L’ho ritenuta quindi la piazza giusta per “aprire la bacheca” dei trofei, e così in effetti è stato».
Quali erano le ambizioni iniziali dei biancazzurri?
«Cercare di concretizzare i desideri e gli investimenti fatti, e cominciare a navigare nelle sfere alte a livello nazionale: siamo arrivati in tutte e tre le finali, quindi siamo arrivati oltre le più rosee previsioni iniziali».
Quando ha capito che con il Kaos si poteva davvero vincere?
«Al termine di gara 1, perché dato il regolamento delle serie finali per lo scudetto, dopo la nostra vittoria si poneva già l’ipotesi di dover eventualmente “perdere” in casa lo scudetto. Dopo aver vinto gara 1 c’è quindi stata una ulteriore percezione del traguardo. Prima di allora non era stato assolutamente così, perché il Kaos veniva da un periodo di forma fisica, tattica e mentale al top».
In questo momento cosa sta facendo, si gode il meritato periodo di vacanza, oppure è già all’opera per il prossimo anno agonistico?
«Purtroppo non ci sono vacanze; bisogna pianificare la prossima stagione perché sarà diversa e anticipata rispetto al solito, anche in virtù della preparazione per i preliminari della Coppa Uefa da disputare».
Dopo l’ovvia riconferma sulla panchina del Pescara, quali sono le ambizioni dei biancazzurri per la prossima stagione?
«Il primo obiettivo è quello della permanenza stabile nelle sfere alte del futsal nazionale. Poi, dati che abbiamo “aperto la bacheca”, siamo pronti a inserirvi altri trofei».
Pensa che i suoi ragazzi siano ancora affamati di vittorie, oppure ha chiesto alla società dei rinforzi?
«In qualunque caso c’è sempre qualcosa da rifare e noi non ci possiamo sottrarre a questa sorta di regola non scritta. Siamo quindi all’opera col direttore sportivo Iannascoli per limare eventuali difetti e migliorare l’organico».
Come è mister Colini a livello umano? Come si definisce?
«Ritengo di essere una persona normale e tranquilla. Una volta terminata la stagione sportiva me ne sto tranquillo a prescindere dal suo esito finale, ossia senza trionfalismi in caso di vittoria, e senza abbattermi troppo se è andata male».
Con i suoi giocatori, invece, che rapporto cerca di instaurare? Come vi confrontate nello spogliatoio?
«Siamo molto chiari tra di noi, non credo siano necessarie amicizie per creare un rapporto stabile. Noi siamo trasparenti e sinceri nello spogliatoio, e cerchiamo di risolvere ogni questione direttamente attraverso confronti prima di ogni allenamento. Chiariamo ogni aspetto faccia a faccia e con uno scambio diretto di opinioni, evitando quindi di creare tensioni alle spalle, come spesso accade in vari ambti della vita di tutti i giorni.»
Come è nata la sua passione per il calcio a 5?
«Tutto è nato da un circolo di tennis romano trenta anni fa, con il quale siamo poi addirittura riusciti a vincere il campionato di Serie B».
Cosa le piace dell’Abruzzo e di Pescara in particolare?
«Pescara è una bella città, solare e con gente allegra. Vive gran parte dell’anno sulla sua bella riviera. È una delle poche città dove, per un romano come me, la nostalgia si sente meno. È inoltre molto accogliente, e anche gli stessi giocatori si trovano molto bene qui».
Ha una dedica particolare per la vittoria dello scudetto?
«A tutti noi che abbiamo lavorato per questo sogno di portare il Pescara sul tetto d’Italia».
E infine, qual è il momento che ricorda con più piacere di questa annata trionfale?
«Le 22:19 dell’11 giugno 2015: l’attimo che ci ha ripagato di tutte le fatiche e delle grandi speranze che albergavano in tutti noi».