Da alcuni anni staziona nei “piani alti” delle classifiche dimostrandosi, di volta in volta, una delle squadre più “compatte” e difficili da affrontare.
Quest’anno, nonostante la recente sconfitta contro Il Delfino Flacco Porto, è in vetta al girone B di Promozione. Stiamo parlando del Penne 1920, ambiziosa formazione della città vestina che sta vivendo un momento magico nella stagione 2015-16.
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E, a dimostrazione di ciò, ecco le parole del centrocampista Angelo Serafini, uno dei volti nuovi dei biancorossi: «Quest’anno siamo partiti con l’ambizione di fare meglio rispetto allo scorso campionato, quando abbiamo disputato i playoff da quinti in classifica. Ciò ovviamente non significa vincere il campionato, ma cercare di accedere agli spareggi promozione da una posizione migliore».
Posizione che, al momento, risulta migliore rispetto anche alle più rosee aspettative, dato che è quella di vertice.
Sulle potenzialità del Penne, però, lo stesso centrocampista dichiara di non aver avuto alcun dubbio sin dai nastri di partenza della stagione: «La squadra era molto buona, questo lo si capiva sin dall’inizio. L’unica incognita poteva essere rappresentata dall’età. Siamo infatti una squadra anagraficamente giovanissima, e basti pensare che io stesso, a 29 anni, sono il secondo più “anziano” della rosa. Probabilmente quanto appena detto si è visto nella prima parte del campionato, e più nello specifico nelle prime 10 giornate. Dovevamo trovare l’amalgama giusta, e così dalla decima gara abbiamo iniziato a ingranare».
E, dopo “l’oliata” iniziale, gli ingranaggi del Penne hanno cominciato a funzionare quasi alla perfezione, fino ai 44 punti messi in cascina, che al momento valgono il primato del raggruppamento.
Una posizione, quella attuale, che porta Serafini a rompere gli indugi: «Secondo me questo può essere l’anno giusto, perché è un campionato equilibrato. Può essere l’anno buono, e credo anche che sia inutile nascondersi arrivati a questo punto».
E, detto da uno che di promozioni trionfali in Eccellenza ne sa qualcosa (come dimostra il campionato vinto meno di un anno fa a Sambuceto con 16 punti di vantaggio sulle principali avversarie), non può far altro che scaldare ulteriormente le aspettative dei tifosi biancorossi.
L’analisi del centrocampista prosegue poi nell’elencare pregi e difetti della squadra vestina, anche in questo caso con la schiettezza e la lucidità che lo contraddistingue: «Un punto di forza del Penne è sicuramente la compattezza e la fase difensiva, e per “fase” intendo non soltanto il lavoro della retroguardia. Siamo stati più di 900 minuti imbattuti, e questo credo sia un segnale significativo in tal senso. Sul punto debole, posso dire che ci manca forse un pizzico di cattiveria agonistica nella finalizzazione. Anche in questo caso, però, non mi riferisco solamente agli attaccanti, ma anche a noi centrocampisti e al resto della squadra: dobbiamo essere un po’ più “finalizzatori” quando arriviamo sotto porta».
Come accennato, la squadra di mister Castellano è reduce dalla sconfitta interna contro Il Delfino Flacco Porto, maturata grazie a una punizione di Ligocki, e che ha riportato i pescaresi a una sola lunghezza dalla compagine pennese: «La sconfitta di domenica ha sicuramente riaperto i giochi lì in vetta, ma sono allo stesso tempo convinto che anche una nostra eventuale vittoria non li avrebbe chiusi in maniera definitiva. Detto questo, sono però fiducioso per il prosieguo del campionato, poiché anche domenica, nonostante la sconfitta, abbiamo dimostrato di essere forti».
E sugli avversari più temibili per quest’ultima parte di stagione, questo è il pensiero di Serafini: «Secondo me l’avversario più pericoloso è il Passo Cordone: li conosco bene perché ho giocato con loro per 9 anni, e dispongono di uno dei migliori tecnici del campionato, Eugenio Natale. Poi ovviamente Il Delfino Flacco Porto, unica squadra a essere riuscita a batterci sia all’andata che al ritorno, quindi da non sottovalutare. Tra le loro file hanno, solo per citarne un paio, Maraschio e Ligocki, giocatori importantissimi per questa categoria. Poi c’è il Sulmona di Roberto Cau, mio compaesano, che può contare su un fortissimo Tadic. Queste per me sono le principali “indiziate”, ma credo che Casalbordino e River siano molto forti, nonostante si trovino leggermente più staccate. In linea di massima penso che questo sia un campionato molto aperto, anche rispetto a quello precedente».
Il centrocampista si sofferma infine sulla nuova esperienza in quel di Penne e, oltre ai ringraziamenti di rito, svela anche alcuni retroscena interessanti sull’attaccamento della città alle “sorti” calcistiche della squadra: «Desidero ringraziare mister Castellano che mi ha voluto qui in biancorosso, e poi tutta la società e i tifosi che mi hanno accolto benissimo. L’ambiente di Penne è particolare perché ci sono grandi aspettative attorno alla squadra. I tifosi sono passionali al massimo, e ti supportano sempre. Domenica con 400 persone presenti sugli spalti è stato bellissimo nonostante la sconfitta. A fine partita ci hanno acclamato comunque. Penne è una piazza che meriterebbe come minimo l’Eccellenza».
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