“Vincere è l’unica cosa che conta”. Uno dei motti più antisportivi della storia dello sport in generale. Per la Juve è un mantra, ma al di là degli slogan, certe convinzioni fanno male all’ambiente stesso. Una vittoria arriva se ci si crede, ma non se si è già convinti a prescindere di avere tutti i trofei in bacheca. Se la speranza e il sogno diventano ossessione, le partite cruciali si sbagliano: è un dato di fatto. I bianconeri escono dalla Coppa Italia e dicono addio al Triplete che non è mai stato un sogno, ma un’ossessione. Le poche, ma grandi, squadre che sono riuscite a vincere tutto quello che si poteva vincere in una stagione non hanno mai reso noto fin dall’inizio dell’annata, la loro convinzione di essere superiori e di dover trionfare in tutto.
Atalanta-Juventus è il simbolo di tutto ciò che è stato detto sopra. Una squadra che lotta, non molla mai e ha l’ambizione di battere chi, sulla carta, è più forte. Nessuna presunzione, spavalderia o ossessione per la vittoria, ma semplice agonismo. La Dea è stata un mix di tutto questo in una partita che per i bergamaschi vale come un Million day. Una finale ai quarti, se ci si crede si può anche realizzarlo. Battere i campioni d’Italia buttandoli via da una competizione che li aveva visti trionfare per quattro anni di fila è un vanto che solo la squadra di Gasperini può vantare e ora per i nerazzurri la voglia di continuare a stupire è decisamente alle stelle. Sognare, non essere ossessionati. Sull’altra sponda dell’Atleti Azzurri d’Italia, invece, i bianconeri hanno inciso nella partita solo nei primi dieci minuti del secondo tempo, quando serviva un ribaltone a tutti i costi. Per il resto il dominio della squadra di casa è stato totale. Bisogna sottolineare, però, come l’infortunio di Chiellini, l’entrata a freddo di un Cancelo che difensore non lo è assolutamente e un De Sciglio centrale decisamente spaesato, hanno pesato sul risultato finale ma spensieratezza e umiltà servono come il pane per riuscire a trionfare.
Certe batoste possono essere propedeutiche. Gli obiettivi principali, scudetto e la più notevole Champions League, sono ancora più che possibili. La sconfitta in Coppa Italia fa capire, nel momento giusto, a tutto l’ambiente Juve che d’ora in avanti bisognerà rimanere con i piedi per terra per poter spiccare il volo a fine annata.
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