Ha da poco compiuto 23 anni ma è ormai un talento affermato del nuoto mondiale. Il suo nome è Chad Le Clos nuotatore sudafricano che si è già tolto la soddisfazione, alle Olimpiadi di Londra del 2012, di battere un “colosso” delle piscine come Michael Phelps e conquistare la Medaglia d’Oro nei 200 metri farfalla.
E, tra le città che gli hanno fatto da portafortuna nella sua breve ma già intensissima carriera, figura sicuramente Pescara.
L’acqua delle Naiadi è infatti diventata ormai un appuntamento fisso per il campione del Sudafrica, che ormai da 5 anni torna ad allenarsi nella struttura in riva all’Adriatico.
Dal mito di Phelps a quello di Mandela, passando per gli obiettivi per il prossimo futuro, le Olimpiadi di Rio 2016, e l’atmosfera che si respira a Pescara, ecco qui di seguito una lunga intervista concessa in esclusiva a PescaraPost, nella quale Le Clos si racconta a 360 gradi.
I 200m farfalla sono la gara che ti ha fatto conoscere a livello mondiale con l’Oro alle Olimpiadi di Londra, però hai dimostrato di essere un nuotatore eclettico e di poter competere anche su altre distanze e stili. Su quali stai puntando in questo momento?
«Volevo iniziare da una gara e vincere una medaglia d’Oro, per cui quando avevo vent’anni sono partito con i 200 farfalla. Però mi piacerebbe essere un nuotatore a tutto tondo e fare varie specialità, e per questo sto cominciando ad allenarmi anche nello stile libero. Come gara mi sto focalizzando anche su quello».
In molte occasioni hai dichiarato che un tuo idolo è Michael Phelps; cosa hai imparato da lui per poi riuscire a batterlo?
«La cosa più importante che ho imparato da Michael sono i secondi cinquanta metri, ossia la vasca di ritorno, nella quale Phelps è sempre stato fortissimo. Inoltre ho sempre ammirato la sua dedizione per il lavoro, la sua serietà e la sua professionalità. Tutte queste sue qualità mi hanno ispirato e quindi cerco di portarle con me ogni giorno durante gli allenamenti».
Speri di diventare migliore di Phelps?
«No, meglio di lui no. Non potrò mai vincere tutte le medaglie che ha vinto Michael perché lui aveva anche la staffetta, e poteva vincere la medaglia d’Oro anche in quella specialità, mentre il Sudafrica non ha una staffetta di quel livello, e quindi non potrò mai raggiungere tutte le sue medaglie. Quello a cui posso aspirare e su cui sto lavorando è però battere i suoi record del mondo».
Un’altra figura fondamentale nella tua vita è stata Nelson Mandela; sei riuscito a conoscerlo quando era in vita?
«Ovviamente in Sudafrica Mandela è un’icona, ma non ho avuto mai la fortuna di incontrarlo di persona».
Qual è l’insegnamento che hai ricevuto dalla figura di Mandela, ad esempio per quanto riguarda la questione del razzismo, e che cerchi di trasmettere tramite lo sport che pratichi?
«Mandela ci ha insegnato che lo sport è l’arma più grande per abbattere tutte le discriminazioni razziali, per cui non importa che colore della pelle hai. Attraverso lo sport puoi quindi combattere il razzismo. Mandela mi ha insegnato tanto sia da vivo che adesso; è un riferimento importante per tutti noi sudafricani perché quando è uscito di prigione dopo 27 anni trascorsi in carcere si è dimostrato una persona umile e a disposizione di tutti».
Il tuo obiettivo per i prossimi mondiali di Kazan in Russia?
«Sicuramente punto alla vittoria nei 100 e 200 farfalla, però mi batterò anche per i 200 stile libero, dove se riesco ad approdare alla finale posso comunque pensare di cercare di arrivare a medaglia. Per me un terzo posto in questa specialità sarebbe già un grande risultato».
E per quanto riguarda i Giochi Olimpici di Rio 2016?
«Per Rio spero di ottenere dalle due alle quattro medaglie, tra farfalla e stile libero».
…e i record di Phelps?
«Certo, ci sono i record del Mondo da battere».
Cosa ne pensi dell’impianto delle Naiadi nel quale ti stai allenando in questi giorni?
«È la quinta volta che vengo qui, per cui ci sarà un motivo. La struttura è eccezionale e la vasca è velocissima. Mi trovo bene e poi la gente qui cerca di mettermi a mio agio, ecco il motivo per il quale mi piace ritornare. Ho anche ottenuto dei buoni successi venendo qui».
Quindi Pescara è una sorta di “portafortuna” per te?
«È un ottimo posto, perché ho continuato a vincere dal 2010. Diciamo che mi porta bene anche venire qua».
E di Pescara in generale cosa pensi? Hai avuto modo di visitarla?
«È una città tranquilla. Pur essendo stato a Treviso e Pesaro in queste settimane, ritorno volentieri a Pescara perché mi ricorda molto la mia città, Durban: una città di mare, con un ottimo clima e dove non ci sono troppe distrazioni. Pescara è una città che offre tutto da questo punto di vista, e non è troppo caotica, quindi mi trovo bene ed è la ragione per la quale ritorno sempre».
Quindi l’anno prossimo ci puoi promettere che tornerai ancora?
«È il mio allenatore che decide, però penso proprio di tornare. Se dipendesse solo da me tornerei sicuramente».
I risultati e le altre foto di Chad Le Clos alle Naiadi QUI.