L’abruzzese “sparagn’ e cumbarisc'” anche quando parla.
Riuscire a risparmiare e allo stesso tempo a essere efficace è una delle prerogative dell’abruzzese. E la “lingua” non fa eccezione alla regola.
Un caso già analizzato riguarda “gatto” (guarda QUI), mentre oggi analizziamo una nuova parola: BAMBINO.
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Confrontando la parola in tre lingue (italiano, inglese e “abruzzese”), anche in questo caso si può notare come l’abitante della nostra terra sia quello che riesca a rendere il concetto utilizzando meno lettere possibili.
Eccone la dimostrazione “pratica” (o “grafica”):