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L’abruzzese in strada, le 10 cose che ti permettono di riconoscerlo

È possibile “riconoscere” un abruzzese da come si comporta in “strada”?
Ovviamente sì, perché l’abitante dell’Abruzzo ha delle abitudini e tradizioni che vanno rispettate, e che lo rendono inconfondibile anche a un primo incontro.
Non ci credete? Allora segnatevi i prossimi 10 punti, e provate a verificarli… ovviamente in strada:

  • 1 – Il parcheggio dell’auto: se deve fare una “faccenda” in un negozio, allora la vettura deve tassativamente sostare a una distanza massima di 3 o 3,5 metri dalla porta d’ingresso dell’esercizio. L’abruzzese non teme alcun passo carrabile o divieto perché, così come per il genio basta sfregare la lampada per vederlo uscire, per l’abruzzese sono necessari due colpi esatti di clacson per vederlo comparire al posto di guida.
  • 2 – “Fatt na tazz”. Se entri in un qualsiasi bar del territorio, anche soltanto per chiedere un’informazione, e per caso incroci lo sguardo di un avventore del posto, allora puoi star sicuro che da quel bar, pure se fossi un astemio incallito, ne uscirai come minimo brillo …il tutto rigorosamente offerto dalla gente del posto, persone che conosci da meno di qualche minuto ma che potresti già definire come “amici di vecchia data”.
  • 3 – Se ti trovi in strada, e da lontano vedi qualcuno che ti osserva come Clint Eastwood prima di un duello, non preoccuparti, sappi che non sta estraendo alcuna pistola… la sua arma segreta è infatti una domanda: “Di chi si lu fij’?”
  • 4 – L’abruzzese di sicuro non ha origini indiane:
    -in auto non usa mai le frecce;
    -quando viaggia in bici in compagnia non conosce la fila indiana: meglio pedalare tutti in riga come la partenza dei 100 metri alle Olimpiadi.
  • 5 – L’abruzzese in strada non usa nomi propri per salutare amici o richiamare l’attenzione di altre persone. Preferisce “maestro”, “cellò”, “capo”, “combà”, “’gnorimà”, “lu bardà”.
  • 6 – L’accensione delle “quattro frecce” giustifica e assolve qualsiasi comportamento stradale. Il divieto viene sostituito con “basta che non dà fastidio”.
  • 7 – La Panda (conosciuta anche come “Pandarella”) è l’unica auto che vedi arrampicarsi con la neve nei paesi di montagna.
  • 8 – Alla festa i fuochi d’artificio (o meglio, “lo sparo”) non si vedono solamente in alto nel cielo, ma anche in strada, con il “ballo della pupa”.
  • 9 – La Vespa è stata inventata dall’abruzzese Corradino d’Ascanio, e quindi qualsiasi veicolo a due ruote dotato di motore che non sia una motocicletta che transita per le strade d’Abruzzo sarà in qualche maniera un suo “figlio adottivo”.
  • 10 – L’incontro tra l’auto e il pedone: questa è una caratteristica che distingue l’abruzzese di “città” da quello di “paese”:
    -nel primo caso, se sei in città e un passante ferma l’auto che ti precede iniziando a dialogare con il relativo guidatore, il tempo di attesa massimo consentito è di 5-7 secondi, al termine dei quali scatta immancabilmente il tuo colpo di clacson come una sorta di “gong” per far concludere la “conversazione”;
    -nel secondo caso, in un paese, il finestrino aperto dell’auto davanti a te si trasforma nel bancone di un bar, e tu non puoi far altro che attendere la naturale fine della conversazione: nel 90% dei casi, infatti, uno dei due interlocutori è un tuo parente (o “compare” di matrimonio, cresima, battesimo, etc.), e quindi “pare brutto” suonare, e nel restante 10%, un paio di incroci prima eri stato tu stesso protagonista di una “fermata con saluti e ultimi ragguagli” (con l’autista dietro tuo parente nel 90% dei casi e nel restante 10%…..).

Per conoscere le 12 cose da sapere quando parli con un abruzzese clicca su QUESTO LINK.

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Per scoprire invece le 14 caratteristiche dell’abruzzese a tavola, clicca QUI.

Per scoprire le 9 cose che rendono inconfondibile l’abruzzese in trasferta clicca su QUESTO LINK.

Michele Pacella

Giornalista

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