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Cane rinchiuso in canile e castrato nonostante avesse un padrone, la storia di Totò

È davvero particolare la storia di cui è rimasto vittima Totò, un cane di piccola taglia smarrito lo scorso mese di luglio dalla grafica Siva di Montesilvano, dove Totò viveva felice con i suoi padroni.

Totò, pincher maschio di poco di due anni, regolarmente microchippato (numero 380260070105036), aveva l’abitudine di saltare la recinzione dell’azienda, in via Egitto 26, e di andarsi a fare qualche bel giretto nei dintorni. Fino a quando, un giorno dello scorso luglio, non ha fatto più ritorno.

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I proprietari, disperati, hanno provato di tutto pur di ritrovarlo, compresi volantini e appelli su facebook.

Ma il 15 settembre, intorno alle 16:30, nei pressi del semaforo della Capitaneria di Porto di Silvi, Totò ha attraversato la strada e una macchina lo ha sfiorato salvandosi da un investimento che avrebbe quasi sicuramente provocato la morte.

Per fortuna di Totò tra le auto in coda al semaforo c’era anche quella di Annamaria Di Febo, fondatrice del Dog Village, che si è subito interessata, scendendo dall’automobile (rischiando di essere investita) e ha tratto in salvo Totò che, spaventato e disorientato, si è subito lasciato avvicinare e prendere.

Immediatamente portato al Dog Village di Montesilvano, oltre a notare un tatuaggio all’interno della coscia di colore verde RS, ovvero randagio sterilizzato, dalla lettura sono emersi due microchip: quello dei legittimi proprietari e un altro intestato al Comune di Silvi.

A questo punto Carmelita Bellini del Dog Village ha contattato il Servizio Veterinario di Teramo per chiedere informazioni sul secondo microchip e loro hanno risposto di aver catturato il cane a Silvi in via Milano sulla base di un’ordinanza del Comune di Silvi (la numero 102 del 16 luglio 2015), castrato e tatuato come randagio il 21 luglio e rimesso libero sul territorio il 15 settembre, lo stesso giorno del recupero da parte della Di Febo.

In sostanza il cane regolarmente microchippato e di proprietà è stato catturato, rinchiuso in canile per due mesi, castrato e rimesso in libertà nella stessa strada di Silvi (senza cuccia, ciotole o qualcuno che se ne occupasse) nella quale era stato recuperato, senza che nessuno leggesse o si accorgesse del microchip. Un fatto davvero inquietante per tutti coloro che possiedono un amico a 4 zampe.

Adesso Totò, per fortuna, è tornato dai suoi proprietari, nonostante questa brutta vicenda che andrà chiarita.

PescaraPost

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