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Cane buttato in mare con pietra al collo riesce a salvarsi: la storia che ha commosso il web

Buttata in mare con una pietra legata al collo: questa la brutta storia, fortunatamente a lieto fine, di una cagnolina.
L’incredibile episodio è avvenuto in provincia di Trapani, e ha avuto come protagonista Mia, una cagnolina, e il suo padrone, denunciato per maltrattamento di animali.

A raccontare alcuni dettagli della storia, la Lega Nazionale per la Difesa del Cane, la quale “si unisce alla denuncia e apprezza le dichiarazioni dei Ministri Costa e Bonafede che si impegnano a far inasprire le pene per i reati contro gli animali”.

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Il proprietario della cagnolina si sarebbe giustificato dicendo che, stando a quanto riportato da Lndc “era un modo per convincerla a fare il bagno”.
Mia però, nonostante avesse una pietra legata al collo, è riuscita miracolosamente a liberarsi dalla “zavorra” e a salvarsi.

E questo grazie non solo alle sue forze ma anche all’aiuto di alcuni bagnanti che avrebbero assistito alla scena.
Questi ultimi avrebbero anche allertato le forze dell’ordine e il proprietario è stato rintracciato e poi denunciato per maltrattamento.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Lndc Animal Protection, Piera Rosati.
Ecco le sue parole su quanto avvenuto in Sicilia:

“La giustificazione del proprietario di Mia è quasi più incredibile del gesto. La gente commette questi reati con una superficialità inaudita, grazie anche alla sostanziale impunità garantita dalle leggi attuali. Il maltrattamento di animali ad oggi è punito dall’articolo 544-ter del Codice Penale con la reclusione da tre a diciotto mesi o con una multa da 5.000 a 30.000 euro ma di fatto nessuno sconta mai un giorno di prigione. Come LNDC ci uniamo alla denuncia già sporta nei confronti del proprietario di Mia e ci costituiremo parte civile nel processo a suo carico.
Ho appreso con grande piacere che il Ministro dell’Ambiente e il Ministro della Giustizia, a seguito di questo grave avvenimento, si sono impegnati pubblicamente a far inasprire le pene per i reati contro gli animali, cosa che chiediamo a gran voce ormai da diversi anni. Mi auguro davvero che sia la volta buona e che il nostro ordinamento si doti finalmente di leggi che puniscano con fermezza chi si macchia di questi crimini. Al tempo stesso, il Ministro Costa ha annunciato che si costituirà parte civile nel processo al proprietario di Mia; un gesto molto significativo da parte di un’istituzione così importante e che apprezzo infinitamente”.

PescaraPost

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