Raffaele Rubino, cantautore, scrittore e poeta, vincitore di numerosi premi e concorsi grazie a un innato talento artistico che lo ha reso già “padre” di due bellissimi libri: il primo, una raccolta di poesie, dal titolo “Il Tempo è un poeta” e il secondo, il suo primo romanzo, “La stanza d’albergo“, entrambi editi dalle Edizioni Tracce di Pescara.
Come nasce la sua passione per la musica e poi per la scrittura?
«Ho iniziato a suonare la chitarra quando avevo 5 anni. Ricordo che la musica mi portava in mondi meravigliosi, pieni di intimità e sentimento. Credo che tutto ciò mi abbia aiutato a sviluppare una più attenta sensibilità, che col tempo si è sempre e continuamente voluta nutrire attraverso la lettura, la filosofia e i rapporti interpersonali. Ho scritto a 16 anni la mia prima poesia, a 17 il primo brano per chitarra classica e a 20 anni la mia prima canzone».
In una delle sue poesie si parla del silenzio. Si dice che un silenzio valga più di mille parole. A lei cosa trasmette il silenzio e quanto influisce nelle sue opere?
«Il silenzio è quel luogo prezioso dove incontriamo noi stessi, il nostro pensiero, le nostre idee, i nostri ideali, la bellezza… E quindi l’altro. Credo che nessun uomo al mondo sia mai veramente povero se nel silenzio sa trovare se stesso e quindi la via migliore da percorrere tra gli altri, con gli altri, nella vita».
Che emozioni prova nel cantare di fronte ad un pubblico?
«Mi sento fortunato… Ho passato molto tempo a pensare e quando ho un pubblico finalmente ho l’occasione per condividere questi pensieri».
Quanto è importante saper amare in una società egoista come quella in cui stiamo vivendo?
«L’egoista è colui che pensa solo a sé, colui che consciamente o inconsciamente è consapevole di non essere in grado di provvedere a nessun altro, anzi, di più, è consapevole di non essere in grado di provvedere neanche a se stesso, concentrando, quindi tutte le sue attenzioni sul proprio io. Non si può amare, né essere amati senza la propensione verso l’altro. Non si è mai felici senza amore. La vera felicità viene condivisa! Ecco, invece, il misero destino dell’egoista: un cane che si morde la coda».
Parliamo del suo primo libro, “La stanza d’albergo”. Quali tematiche affronta?
«Nel mio primo romanzo affronto tematiche forti, andando a sviscerare l’animo umano, le relazioni dell’uomo col proprio io, con la propria personalità, con l’altro, le dipendenze (alcol, droga, sesso…), il denaro, gli interessi, la morale, la solidarietà. Tutto ciò, passando attraverso le vicende di un controverso e forse contraddittorio psicoterapeuta che, per una serie di assurdi motivi, si ritrova a esercitare una seconda professione: il “prostituto”…».
Qual è il momento della giornata in cui è più produttivo dal punto di vista artistico?
«Certamente la notte, nel dormiveglia, spesso nel sogno stesso, anche se molte mie produzioni nascono a mente lucida. Sicuramente tutte figlie di momenti intensi d’ispirazione, rielaborati poi (se opportuno) con la dovuta calma e tecnica».
Progetti futuri?
«Sto lavorando su una mia idea di performance live in cui presento le mie canzoni e le cover che più mi rappresentano e che sento comunicare in sintonia con i miei pensieri. Un progetto coinvolgente e ritmato che di volta in volta riadatto al pubblico presente. Abbino il tutto a momenti interattivi in cui recito le mie opere letterarie (poesie o passi del romanzo), per un interscambio continuo tra palco e platea».
Dove si possono acquistare i suoi libri o cd?
«Contattatemi a questo link, ne varrà la pena!»
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