Le logiche del turismo di massa ci portano a volte a dimenticare l’importanza di siti certo meno famosi ma di una bellezza e una ricchezza incredibili, luoghi che magari abbiamo a un passo da casa nostra: se qualcuno ci dicesse che in Abruzzo si trova uno dei musei più belli d’Italia, forse stenteremmo a credergli. E invece è proprio così: il Museo Nazionale d’Abruzzo (MUNDA) dell’Aquila è uno dei musei italiani più ricchi e più importanti, un luogo che conserva una collezione straordinaria di opere d’arte e manufatti di vario tipo (dipinti, sculture, oreficerie) che raccontano la storia e la cultura dell’Abruzzo dal Medioevo all’Età Moderna.
Il MUNDA venne creato agli inizi degli anni Cinquanta del secolo scorso, riunendo nelle sale del Castello Spagnolo i nuclei del Museo Civico e del Museo Diocesano del capoluogo abruzzese, incrementando successivamente le proprie collezioni mediante donazioni e con la creazione di una sezione archeologica. Dopo una serie di risistemazioni avutesi nel corso dei decenni, il doloroso evento sismico del 2009 ha imposto la chiusura del Castello: in attesa del compimento dei lavori di restauro, il museo dovette temporaneamente chiudere i battenti per riaprire nel 2015 in una nuova sistemazione temporanea, l’ex mattatoio comunale sito in Borgo Rivera.
Il MUNDA che oggi vediamo è dunque un museo che ha vissuto complesse vicissitudini e che si presenta al visitatore non nella sua interezza ma attraverso una selezione della sua collezione; si tratta tuttavia di una selezione ricchissima, che basta da sola a dare l’idea dell’imponenza del museo: circa 60 reperti archeologici e 112 opere d’arte di vario tipo e periodo! Anche in questi termini, il MUNDA riesce dunque benissimo a svolgere uno dei suoi compiti primari: mostrare, attraverso l’archeologia e l’arte, la storia culturale, civile, artistica e religiosa d’Abruzzo per come essa si è svolta nel corso dei secoli. Ma l’interesse del museo e delle opere che conserva va anche oltre una dimensione prettamente locale: si può dire con assoluta certezza, ad esempio, che per gli amanti della pittura e della scultura del Medioevo la visita del MUNDA è un’esperienza indimenticabile, favorita da un allestimento elegante ed essenziale che valorizza le opere.
Nei prossimi post si proporranno dei focus specifici su alcuni nuclei di opere; per concludere questo post vi mostro uno dei capolavori della pittura abruzzese, un assaggio delle delizie di questo museo che vi spinga a metterlo nei vostri itinerari di viaggio quando sarà cessata l’emergenza sanitaria: il polittico proveniente dalla chiesa di Santa Maria del Ponte a Tione degli Abruzzi (AQ), che rappresenta nel pannello centrale la Madonna col Bambino, in quello di sinistra la Natività di Cristo e in quello di destra la Dormitio Virginis in basso e l’Incoronazione di Maria in alto; è un’opera fondamentale della pittura tardogotica abruzzese, realizzata agli inizi del Quattrocento dall’anonimo pittore comunemente conosciuto come Maestro di Beffi, secondo diversi studiosi autore anche dei bellissimi affreschi nella zona presbiteriale della chiesa di San Silvestro all’Aquila.
Per guardare la galleria di foto del polittico clicca sull’immagine qui di seguito:
Mario Cobuzzi
Arte e Parte è una rubrica di storia dell’arte abruzzese antica e contemporanea curata da Mario Cobuzzi (Kunst. Appunti di storia dell’arte) e Marco Pacella, (Twitter: @marco_pacella)