Il progetto di costruzione di diversi edifici sul lungomare Sud di Pescara potrebbe essere ancora bloccato. Nel consiglio comunale di ieri, mercoledì 16 dicembre, è stata approvata la proposta presentata dal Movimento 5 Stelle che invita sindaco e dirigente dell’Edilizia a valutare la possibilità di revoca del permesso di costruire rilasciato nel 2012 alla Pescaraporto srl.
La richiesta nasce dal fatto che quelle aree, sulle quali dovrebbero essere realizzati tre palazzi di sette piani, sono state classificate dalla Regione Abruzzo a elevato rischio di esondazione. La nuova perimetrazione, approvata dalla Giunta Regionale lo scorso marzo, inibisce l’edificazione sia ai privati che alle pubbliche amministrazioni che vogliano edificare in un’ampia zona di Porta Nuova.
E se le regole valgono per tutti, sottolinea il M5S, allora nemmeno il progetto della Pescaraporto può essere escluso. La giunta regionale con delibera numero 377 ha previsto la sospensione di tutte le attività di trasformazione urbanistica della zona di Porta Nuova che ricadono in aree ad elevata pericolosità di esondazione del fiume Pescara.
«Quell’area», sottolinea la consigliera pentastellata Erika Alessandrini, «non può essere assolutamente destinata all’edificazione privata, sia per il rischio alluvioni che per non compromettere una delle poche bellezze rimaste ad una città soffocata dal cemento e dallo smog: il suo lungomare” aggiunge la consigliera Alessandrini, che conclude “è stato imbarazzante al momento di discutere la proposta che potrebbe fermare le ruspe e le betoniere sul lungomare, vedere molti consiglieri del PD dileguarsi dall’aula consiliare. Sarà stato per la volontà di dare spazio al cemento sulla riviera o per non fare un torto a qualcuno? La prossima volta abbiano almeno il coraggio di dirlo. Quella del permesso di costruire rilasciato alla società Pescaraporto di Milia e Mammarella, sembra una storia infinita, fatta di deroghe al Piano regolatore, Tribunali amministrativi che scrivono sentenze diametralmente opposte, leggi dello Stato che sembrano fatte “ad personam” per permettere di bypassare le norme urbanistiche, che prevedono in quell’area la realizzazione di verde ed attrezzature pubbliche laddove il privato, invece, vuole costruire palazzi. Per la prima volta in questa lunga vicenda, il Comune di Pescara si metta dalla parte dell’interesse pubblico e dei cittadini».
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