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Consiglio comunale sulla balneabilità, il sindaco Alessandrini passa al contrattacco

«L’arma politica più forte è la paura, hanno cercato in me un capro espiatorio, un nemico pubblico. Un meccanismo meschino e odioso al quale non mi presto. Ci sono stati volontari montatori della macchina del fango. Ma c’è una strada migliore e io voglio mostrarla. Ho il dovere di realizzare il mandato che i pescaresi mi hanno affidato».

Chiude così il suo intervento il sindaco di Pescara Marco Alessandrini al consiglio comunale straordinario aperto alla cittadinanza di oggi pomeriggio, giovedì 1 ottobre, che aveva come tema i problemi della balneabilità causati tra la fine di luglio a inizio agosto dalla rottura della condotta fognaria di via Raiale.

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Di fatto, e forse inaspettatamente, il primo cittadino invece di difendersi è passato al contrattacco, avendo l’intenzione, come lui stesso ha sottolineato, di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. E rigettando al mittente le tante richieste provenute da più parti.

L’assise civica questa volta, dopo il doppio rinvio delle sedute del 3 e del 29 settembre, si è tenuta, anche se la resistenza dei cittadini, già delusi nelle precedenti due occasioni, ha inciso con una minore presenza di persone rispetto al 3 settembre.

La riunione si è aperta con il capogruppo di Pescara Futura, Carlo Masci, che, indossando la tanto contestata maglietta recante la scritta “Alessandrini dimettiti”, ha ribadito il pensiero politico del centrodestra e confermato la richiesta di dimissioni. Inoltre Masci ha ricordato i due punti focali della questione: l’ordinanza per il divieto di balneazione firmata dal sindaco e non diffusa e il ruolo dell’Arta che avrebbe contraddetto se stessa riguardo allo sversamento in mare dei liquami.

Tra gli interventi dei tecnici quelli del direttore operativo dell’Arta Giovanni Damiani, che ha ripercorso le varie tappe della vicenda sottolineando come ci sia stato un eccessivo allarmismo e una diffusione di notizie non propriamente precise, del sottosegretario regionale all’Ambiente Mario Mazzocca, di Carla Granchelli dell’Asl che ha confermato come non siano state registrate particolari anomalie sul fronte dei ricoveri ospedalieri. Tra gli interventi anche quelli di Augusto De Sanctis del Forum Acqua che ha ricordato come in Abruzzo ci siano ben 22 tratti di mare ritenuti scarsi, Paolo Leonetti in rappresentanza delle famiglie dei bambini che hanno avuto problemi di salute dopo i bagni al mare e Armando Foschi di Fratelli d’Italia-An che presentò un esposto alla procura. Oltre ad altri cittadini che hanno preso la parola.

Per i partiti del centrodestra il sindaco è andato fuori tema, spostando l’attenzione sulle cause dell’inquinamento di mare e fiume e non sulla decisione di redigere l’ordinanza per il divieto di balneazione salvo poi tenerla nel cassetto.

Il M5S sottolinea come quella di oggi poteva essere l’ultima occasione per il sindaco di dire la verità, perché nel caso uscisse fuori oltre all’omissione di un atto pubblico anche l’eventuale falso, sarebbe molto grave. I fatti ovviamente saranno accertati dall’indagine che sta portando avanti la procura di Pescara.

Il sindaco ha anche ricordato i lavori che la sua amministrazione sta portando avanti per risolvere l’inquinamento del fiume, come quelli sulle golene, e ha annunciato entro la fine dell’anno l’assegnazione del cantiere per l’apertura della diga foranea. Lavoro per il quale ci sarebbero 3,5 milioni di euro grazie al piano regolatore portuale. Altri 8,5 milioni sarebbero disponibili nel 2017 con lo Sblocca Italia e 100 (da fondi europei) per il disinquinamento dei fiumi abruzzesi, compreso il bacino Aterno-Pescara.

La sostanza è che la tanto auspicata operazione verità che si cercava dal consiglio comunale non sembra essere andata a segno. Nel caso, sarà la magistratura ad accertare eventuali responsabilità, nella speranza che la prossima stagione estiva non venga nuovamente inficiata dai colibatteri.