Il Movimento 5 stelle ha presentato un’interrogazione comunale e richiesto una commissione di controllo e garanzia in merito alla vicenda di 56 capolavori di alcuni grandi pittori del ‘900, che sarebbero stati donati al Comune di Pescara.
Tali dipinti, sarebbero dovuti essere esposti nella Sala 3 del Museo Colonna e invece, l’amministrazione li avrebbe lasciati in uno scantinato.
Secondo quanto riportato dagli organi di stampa, lo scorso aprile, un noto imprenditore e gallerista e sua moglie, avrebbero donato al Comune opere di Claudio Bonichi, Arturo Carmassi e Gaston Orellana del valore di circa un milione e 300 mila euro.
L’intesa prevedeva che i quadri fossero adeguatamente esposti e invece, sarebbero stati messi in uno scantinato, per lasciare il posto a una mostra fotografica.
I coniugi, una volta scoperto tutto ciò, avrebbero fatto al Comune una richiesta di risoluzione della donazione e restituzione dei dipinti entro il prossimo 30 settembre, con spese di imballaggio e trasporto (da Pescara a Giulianova) a carico dell’Ente.
«Vogliamo fare chiarezza sulla vicenda e sapere se quanto rivelato dalla stampa corrisponda al vero», fanno sapere i consiglieri del M5s, «perché, se fosse così, l’amministrazione Alessandrini, ignorando la clausola che imponeva l’esposizione delle opere avrebbe determinato, con l’aggravio di spese per trasporto ed imballaggio e con la perdita stessa dei capolavori, un gravissimo danno culturale, economico, patrimoniale e di immagine alla città di Pescara».
I pentastellati chiederanno quindi spiegazioni in merito a tale vicenda all’assessore con delega alle politiche culturali Giovanni Di Iacovo e all’assessore Paola Marchegiani che dovrebbe occuparsi del patrimonio culturale, e se ciò che è stato scritto sugli organi di stampa dovesse essere confermato, desiderano appurare eventuali responsabilità all’interno dell’amministrazione, poiché questo episodio discrediterebbe l’Ente comunale.
Il M5s intende sapere, inoltre, se verranno avviate, nei confronti di eventuali responsabili, azioni disciplinari o risarcitorie per i danni patrimoniali e di immagine che ne sarebbero derivati nonché le ragioni per cui l’Ente, nella transazione di chiusura della controversia abbia stipulato l’obbligo per i coniugi di “impegnarsi a non comunicare ad alcun organo di stampa l’avvenuta risoluzione consensuale della donazione”.
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