Una volta avviato il motore dell’innovazione, anche in presenza di problemi tutt’altro che semplici da risolvere, non c’è incidente di percorso che possa ostacolarlo. Questa regola vale nella vita, così come in campo sociale ed economico: parliamo nello specifico delle start up italiane e soprattutto abruzzesi, che hanno saputo risollevarsi dal fango dell’incertezza, che hanno fatto esperienza sulla propria pelle, e che hanno imparato dagli errori commessi anche dalle altre giovani aziende. Il risultato di questa evoluzione? Un gruppo di start up che, pur essendo ancora lontano numericamente e qualitativamente dalle start up estere, promette di colmare in breve tempo questo gap, puntando deciso sull’innovazione delle idee e sulla qualità messa in campo nella loro realizzazione pratica.
Start up in Abruzzo: l’energia un settore virtuoso
Qual è la situazione delle giovani start up in Abruzzo? Stando alle rilevazioni effettuate dal Cresa, la suddetta non è solo positiva, ma per certi versi molto innovativa, soprattutto se consideriamo settori molto complessi da approcciare, come ad esempio quello dell’energia. Ma è da un punto di vista quantitativo che vogliamo partire: secondo i dati, infatti, la densità di start up in questa regione – pur essendo solo il 2,5% dell’intero totale italiano – ha conosciuto un’impennata del +130% negli ultimi due anni, il che rappresenta ovviamente un’ottima notizia, per certi versi anche inaspettata. Ed è nel settore delle forniture energetiche che le start up abruzzesi dimostrano di essere particolarmente all’avanguardia, soprattutto in città come Teramo e L’Aquila.
Giovani aziende abruzzesi: una crescita ammirevole
La crescita conosciuta dalle start up abruzzesi, intesa sia in termini numerici che qualitativi, non può che suscitare profonda ammirazione in chi studia dall’esterno questa situazione. Non va infatti dimenticato che l’Abruzzo ha avuto gravi problemi strutturali e sociali dovuti alla piaga dei terremoti, ai quali vanno ovviamente ad aggiungersi i classici problemi in fase di avvio di una start up, che riguardano genericamente tutta Italia. Tra i problemi più evidenti c’è il fattore burocratico, che può essere alle volte aggirato grazie alle nuove tecnologie: ad esempio, un’operazione chiave al momento dell’avvio di una nuova attività, come la verifica dell’affidabilità delle aziende partner può essere condotta anche online su siti come Icribis, i quali consentono di ottenere informazioni commerciali su aziende e persone fisiche in pochissimo tempo.
Qual è la situazione delle start up in Italia?
Il trend relativo al settore delle start up, nel nostro territorio, ha conosciuto 4 anni di fervore: dal 2013, secondo i dati Istat, il numero delle giovani aziende in Italia ha superato quota 7.000, partendo da circa 1.400 start up regolarmente registrate. Il merito è ovviamente in gran parte dei finanziamenti e degli investimenti fatti in questo settore così importante per l’economia del nostro Paese: stando alle misurazioni condotte dal Politecnico di Milano, nel 2016 sono stati più di 200 milioni gli euro veicolati verso le suddette start up. Anche in questo caso parliamo di cifre purtroppo non in linea con le medie europee: ma si tratta comunque di un primo passo verso una ulteriore crescita del comparto, con l’obiettivo di aumentarne la competitività in campo internazionale.
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