Il 24 luglio 2020 prendono il via i giochi olimpici e paraolimpici di Tokyo: il Giappone si sta preparando a questo evento di portata mondiale. Ma come se la cavano i giapponesi con l’inglese? I dati riportano che la situazione è sconfortante, perché il Giappone non ha un buon rapporto con l’inglese, in particolare con le traduzioni.
L’ostacolo principale alla traduzione corretta in lingua inglese risiede proprio nel fatto che i giapponesi non ritengono necessario correggere e tradurre in modo comprensibile per gli stranieri. Questo è evidente in tutte le città del Giappone, semplicemente leggendo le traduzioni che nella maggior parte dei casi sono davvero approssimative. Si tratta di un problema reale, perché tra meno di un mese partiranno i giochi olimpici in Giappone, e il numero di turisti è in crescita continua: si stima addirittura che nel 2020 il Giappone ospiterà 40 milioni di visitatori.
Per capire la portata di questo problema, basti pensare che l’agenzia del turismo giapponese ha eseguito un’indagine durata due mesi sui siti web gestiti da 85 compagnie di trasporti giapponesi, in particolare di autobus e dei treni, per verificare l’accuratezza della segnaletica stradale nelle città.
Purtroppo i risultati di queste indagini non sono confortevoli. Spesso anzi, nella maggior parte dei casi, le traduzione dal giapponese all’inglese vengono effettuate con dei traduttori automatici, con risultati grammaticalmente scorretti e in molti casi addirittura involontariamente comici. Ma la situazione riguarda anche istituzioni pubbliche, musei, e settori della pubblica amministrazione. Ad esempio, un cartello situato nell’ex carcere di una località giapponese recita “Togliti le scarpe colpevoli, e vieni educatamente in carcere.”
Il Japlish: un fenomeno tutto giapponese
Il problema risiede nel fatto che, come testimoniano molti stranieri residenti in Giappone per lavoro, ai giapponesi non interessa tradurre per gli stranieri che vengono in visita nel loro paese, ma soprattutto interessa che si possa dimostrare agli stessi giapponesi che questo paese è cosmopolita, internazionale, aperto e collegato al resto del mondo. Le traduzioni approssimative presenti in Giappone sono il classico esempio di Japlish, un acronimo che indica un mix tra Japanese e English, e cioè una sorta di lingua inventata che prende in prestito parole da una e dall’altra.
Le testimonianze degli stranieri che vanno in Giappone per lavoro o per vacanza confermano che giapponesi non parlano inglese. Oltre al problema della segnaletica stradale e delle traduzioni, basta parlare con dei giapponesi, anche ad esempio negli uffici di informazioni turistiche, per capire che si hanno difficoltà sia nella pronuncia che nella comprensione di questa lingua.
Tra le testimonianze che rendono molto bene la difficoltà dei giapponesi con l’inglese, vi è quella di il direttore di una scuola di lingua francese a Yokohama, Eric Fior.
Fior vive in Giappone da 15 anni, e riporta il caso di un opuscolo presente in un museo, che descrive la storia dei giapponesi rapiti dagli agenti della Corea del nord. Nella traduzione francese, sul volantino si legge della necessità di riportare i rapiti in Corea del nord. Oltre all’informazione e al suo contenuto, chiaramente sbagliate, il problema risiede nel fatto che, quando Fior ha segnalato l’errore grave al museo, indicando che avrebbero dovuto scrivere che i rapiti avrebbero dovuto essere portati in Giappone, la risposta che ha ricevuto è stata semplicemente che questo tipo di messaggio è perfettamente comprensibile per chi parla giapponese.
Perché è tanto difficile la diffusione dell’inglese in Giappone?
È necessario cambiare la mentalità e fare in modo che i giapponesi ritengano importante tradurre i messaggi anche per gli stranieri e non soltanto per loro, come testimoniano le difficoltà anche di stranieri che lavorano in aziende giapponesi e ai quali spesso vengono chiesti devo di verificare la correttezza delle traduzioni, salvo poi utilizzare quelle effettuate dal correttore automatico.
Tra gli ostacoli alle traduzioni corrette della segnaletica, ma anche di tutto il materiale cartaceo è online in inglese, vi è anche il processo per cui le traduzioni vanno verificate, controllate, passate attraverso vari uffici per poi essere confermate e stampate, dove invece un correttore automatico è molto più rapido anche se la traduzione spesso è approssimativa.
L’importanza dei corsi di inglese online
La presenza di aziende e di scuole di lingue inglesi in questo paese è fondamentale, soprattutto perché i giapponesi hanno delle difficoltà strutturali ad imparare una lingua occidentale. Le differenze risiedono nell’ alfabeto, nella grammatica, nelle parole. Basti pensare ad esempio che l’alfabeto in inglese contiene 26 lettere, mentre la lingua giapponese è composta di ideogrammi e di sillabe.
Per ovviare a questo problema, e per dare una mano ai giapponesi che vogliono imparare l’inglese, molte aziende come l’inglese EF Education First, sponsorizzano i giochi olimpici e paraolimpici di Tokyo 2020, con un progetto di volontariato e di apprendimento dell’inglese grazie a piattaforme di corsi di inglese online, a distanza e personalizzati, come quelli offerti da EF English Live.