Lavoro nero e lavoratori irregolari nella provincia di Pescara: l’esito dei controlli e le scoperte della guardia di finanza.
Le fiamme gialle hanno fornito il bilancio relativo alle attività svolte per contrastare il fenomeno del sommerso da lavoro durante l’estate appena trascorsa, fornendo i dettagli relativi alle scoperte fatte, alle multe e ai servizi eseguiti.
Le operazioni sono state condotte dalla Guardia di Finanza di Pescara nella sua veste di polizia economico-finanziaria su tutto il territorio della provincia pescarese.
Nello specifico sono stati eseguiti controlli in 100 attività economiche di numerosi settori economici e commerciali, compresi quelli tipicamente stagionali (per la stagione estiva). Tali controlli hanno portato alla scoperta di:
Come spiegato dalle fiamme gialle, “circa il 40% dei controlli è terminato con rilievi afferenti posizioni lavorative in nero o irregolari”.
Durante i controlli, in una pizzeria del Pescarese la guardia di finanza ha scoperto la presenza di ben 7 dipendenti in nero.
Passando agli stabilimenti balneari, le operazioni sono state svolte con l’ausilio della Stazione Navale della guardia di finanza di Pescara, e hanno portato alla scoperta di diverse irregolarità in più casi.
In tale ambito, in uno stabilimento della riviera pescarese sarebbero stati individuati “5 lavoratori irregolari, risultati al lavoro ben oltre il termine fissato, senza che fosse formalizzata la proroga del termine fissato nel contratto a tempo o l’assunzione a tempo indeterminato”.
Nei confronti di 17 imprese è stata inoltre avviata la procedura di irrogazione della cosiddetta “maxi-sanzione”, che va da un minimo di 1.800 euro ad un massimo di 10.800 euro.
Nei confronti di 6 attività è stata proposta al competente Ispettorato Territoriale del Lavoro anche l’adozione del provvedimento di sospensione dell’attività per aver impiegato manodopera irregolare in misura superiore al 20% del totale dei lavoratori regolarmente assunti e trovati sul posto di lavoro.
Sulle scoperte appena descritte, la guardia di finanza specifica che:
Il lavoro nero – tendenzialmente più diffuso fra i soggetti di medie o piccole dimensioni – è da considerarsi come un fenomeno insidioso, che determina sotto il profilo fiscale la completa violazione degli obblighi formali e sostanziali gravanti sul datore di lavoro
Ma non basta. Ad essere danneggiato non è solo lo Stato e gli altri imprenditori concorrenti, bensì il lavoratore, il quale vedrà riconosciuta – ad esempio – una pensione inferiore a causa dei periodi lavorati in nero, per i quali non sono stati versati i contributi all’INPS necessari per finanziare l’assegno pensionistico.
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