Sono passati esattamente dieci anni dalla stagione 2011/2012, quella che ha visto, secondo molti critici, il miglior Pescara di tutti i tempi. È il 20 maggio del 2012 quando la squadra abruzzese, guidata da uno straordinario Zeman, conquista una promozione in Serie A che al Delfino mancava ormai da vent’anni e permette al tecnico boemo di lasciare a Pescara un ricordo indelebile per i tifosi biancazzurri. Non solo la promozione nel massimo campionato italiano, ma soprattutto record e tanto spettacolo che solo Zemanlandia poteva offrire. Ripercorriamo insieme la stagione magica del Pescara attraverso i numeri e le curiosità che ogni pescarese non vede l’ora di raccontare ai propri nipotini.
Il protagonista assoluto della promozione del Pescara è stato sicuramente Ciro Immobile. L’attaccante di Torre Annunziata aveva solo ventuno anni e per quanto fosse un predestinato, era reduce da un’anonima esperienza a Grosseto. Sotto l’ala protettrice di Zeman, che in carriera aveva già lanciato attaccanti come Totti, Signori e Squillaci, impara quei movimenti verticali che faranno di lui l’attaccante letale che oggi tutti conosciamo. La stagione di Immobile si concluderà con 28 reti e il titolo di capocannoniere di Serie B. Prima della consacrazione definitiva alla Lazio, con cui è arrivato a vincere il 4° titolo di capocannoniere (meglio di lui solo Nordahl a quota 5), Immobile vivrà un’altalena di successi e fallimenti finiti nel frattempo nel dimenticatoio. Ciro deluderà a Genoa, rifiorirà a Torino con Ventura, per poi fallire nuovamente a Dortmund, dove sarà bocciato da un un giovane Jurgen Klopp, che lo aveva scelto per sostituire il partente Lewandowski.
L’altro fenomeno dell’annata biancoazzurra è stato Lorenzo Insigne, coltivato da Zeman già a Foggia in Lega Pro e sbocciato definitivamente a Pescara l’anno successivo. L’attaccante napoletano firmerà 18 gol e 14 assist, un bottino che in Serie A non riuscirà mai ad eguagliare. Nei primi tre anni a Napoli segna complessivamente 10 gol, ma la consacrazione definitiva del talento di Frattamaggiore non si farà attendere e arriverà nella stagione 2016/2017, quando sotto la guida di Sarri, riuscirà a segnare 18 reti in unico campionato. Nel 2022 passa al Toronto firmando un contratto milionario.
E a proposito di contratti, come non citare Marco Verratti, nato e cresciuto a Pescara, tuttocampista nella squadra di Zeman e a fine stagione ceduto direttamente dalla Serie B al Paris Saint Germain per 12 milioni di euro. Adesso ne vale 50 e con 28 titoli in bacheca, è il calciatore più vincente della storia della Ligue 1. Chissà se a fine carriera avrà voglia di tornare a vivere ai piedi della Majella, la montagna che lo ha visto crescere nella piccola Manoppello.
Curiosità: 10 anni dopo essersi incontrati a Pescara, i tre fuoriclasse scuola Zeman, sono stati protagonisti della nazionale italiana campione d’Europa nel 2021.
Infine Sansovini, che si distinse con 16 gol e in estate fu ceduto allo Spezia, per poi fare un breve ritorno a Pescara nel 2015. L’attaccante romano, è rimasto molto legato al territorio abruzzese, infatti ha concluso la carriera con la maglia del Notaresco (Te) ed attualmente allena l’Ortona (Pe) in eccellenza.
Nel 2011/2012 il Pescara ha vinto il campionato di Serie B segnando la bellezza di 90 gol, una cifra da fare invidia a qualsiasi top club europeo. É vero che la B era un campionato a 22 squadre, ma parliamo comunque di una media di 2.14 gol a partita. Lo stesso anno per esempio, la Juventus degli invincibili guidata da Antonio Conte, si è fermata a 68 gol (1.78), il Psg a 75 (1.97) e il Dortmund a 80 (2.35). A superare lo scoglio dei novanta goal nel 2012, ci sono riusciti solo tre mostri sacri: il City con 93 (2.44), il Barcellona con 114 (3.00) e il Real dei 100 punti con 121 gol fatti (3.18).
Traducendo i numeri degli adriatici in un linguaggio più familiare a quello degli scommettitori, possiamo ricordare che quell’anno il Pescara ha offerto ben 26 risultati da “Over 2.5”, di cui più della metà (17) sono stati in realtà “Over 3.5”. I risultati più clamorosi sono stati il 6-0 rifilato sia al Vicenza che al Padova e il 5-3 imposto all’Albinoleffe! Numeri che indussero i bookmaker a ridurre la quota per la giocata “Over 2.5” fino al di sotto di 1.50, cosa piuttosto rara per il calcio italiano di quegli anni. In questi dieci anni infatti, il calcio italiano è cambiato molto ed oggi sono diversi gli allenatori che propongono un calcio votato allo spettacolo, o come diceva spesso Zeman, che si accontentano di segnare un gol in più dell’avversario. Ed è così che le quote per i segni “Gol” e “Over” sono diventate di anno in anno sempre più banali e meno quotate, lasciando spazio a giocate più ricercate come le combo (GG/NG +U/O oppure 1X2+U/O) e i pronostici sui risultati parziali/finali, con ribaltoni tra il primo e il secondo tempo sempre dietro l’angolo.
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