Partiamo dalle cifre: in Italia le entrate fiscali prodotte dal gioco d’azzardo sono pari a circa il 3% di tutte le entrate tributarie. Una cifra che supera addirittura quella dei tabacchi, secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Economia in riferimento all’anno 2014.
Praticamente le videolotterie e le slot machine producono da sole oltre la metà delle entrate erariali italiane legate ai giochi, e sono tassate con un’aliquota al 17,5% che fino al 2015 era al 13%.
Altre cifre rispetto al resto d’Europa, dove sicuramente i sistemi di tassazione sono molto diversi ma parliamo comunque del doppio delle entrate, sempre riferite al settore, del Regno Unito e quasi il triplo se guardiamo a Francia e Spagna.
Ora spostiamo il punto di vista e vediamo le altre di percentuali, quelle che interessano i giocatori. Secondo l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli i giochi online hanno le stesse probabilità di vincita che hanno i medesimi giochi nella loro versione fisica, chevper legge non possono essere inferiori all’85%.
Quello che cambia è il supporto fisico, le macchinette o il dispositivo mobile e quindi, nel caso di quest’ultimo,la grafica, il luogo e i tempi in cui si gioca.
Dalle pagine di Starcasino, uno dei casino online autorizzati dai monopoli di stato, scopriamo per esempio che, per il video poker, le percentuali di vincita relative al mese di agosto hanno avuto un range compreso tra il 90 e il 97%. Tali dati rappresentano le percentuali ufficiali di payout delle giocate eseguite sui giochi da video poker di Starcasino, ovvero quanto ritornato nelle tasche dei giocatori. I video poker online sono più simili a dei giochi da computer piuttosto che a dei video poker tradizionali ma, naturalmente, entrambi hanno le medesime probabilità di vincita.
Torniamo alle aliquote. Stessa tassazione? No, sul versante dei giochi online l’Italia applica invece la regola del 20% sul margine lordo, mentre la stessa base imponibile viene tassata al 15% nel Regno Unito e al 25% in Spagna.
Quindi,se si parla di gaming online,l’aliquota in vigore nel nostro Paese può dirsi nella media con quella degli altri stati europei.
Qualcosa in questo scenario potrebbe cambiare con le manovre allo studio dall’attuale Governo, ma l’impatto sulle casse dello Stato al momento non si può prevederle, non possiamo ancora dire se e quanto sarà significativo. Ci vorranno anni prima di scoprirlo.
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