Il sistema produttivo del Pescarese ha subìto una flessione del credito erogato dagli istituti bancari pari a 121 milioni di euro (-33 milioni in generale), mentre aumentano di 80 milioni di euro i depositi bancari. Questa la fotografia del credito bancario in Abruzzo scattata dallo studio realizzato per la Cna da Aldo Ronci su dati diffusi dalla Banca d’Italia. I dati indicano come ci sia stata una flessione del credito totale di 118 milioni di euro e un incremento del credito alle imprese di 40 milioni di euro, ma la maggior parte di questa mole di denaro è stato indirizzata verso le società finanziarie (112 milioni di euro) en molto meno verso le micro-imprese (-72 milioni di euro). Analizzando meglio i dati emerge come uno dei problemi sia la scomparsa, di fatto, delle piccole banche locali, che hanno sempre sostenuto il sistema produttivo territoriale: a farne le spese è stato soprattutto il Pescarese con una discesa di 193 milioni di euro. Le banche minori invece, come le Bcc, hanno tenuto erogando 27 milioni di euro in più. Aumentano anche le sofferenze per 639 milioni di euro, di cui 129 solo a Pescara con un rapporto tra sofferenze e credito del 14,08 per cento, dato superiore alla media nazionale che è del 10,91 per cento.
Questo il commento del presidente regionale della Cna, Italo Lupo:
«Ogni tre mesi stiliamo il solito bollettino di guerra e verifichiamo dati sempre più negativi. A questo si aggiunge la pressione fiscale del 63 per cento che scoraggia e deprime le attività. I depositi bancari sono aumentati perché la gente ha paura di spendere. Però c’è una mancanza di imprenditorialità e managerialità, ci deve essere un cambiamento sentito da parte di aziende e amministrazioni. Finora abbiamo visto una politica fumosa e di chiacchiere, ma a soffrire sono le piccole aziende che non riescono a pagare. Qui passano i mesi ma non succede niente».
A quello di Lupo si aggiunge anche il pensiero del direttore della Cna Graziano Di Costanzo:
«Sul fronte dell’artigianato siamo tornati indietro di quindici anni. Il nostro mondo artigiano si finanzia per il 99 per cento con il sistema bancario e fino al 2011 le piccole banche incidevano per il 52 per cento, l’Abruzzo era la regione con il maggior credito dato dalle piccole banche. Fu un errore all’epoca non favorire la fusione tra le nostre regionali, ma il sistema delle micro-imprese, che dà lavoro al 50 per cento degli occupati abruzzesi, va sostenuto. Inoltre chiediamo alla Regione una legge urbanistica che favorisca la riqualificazione energetica degli edifici, che sarebbe utile soprattutto in una città come Pescara con palazzi degli anni ’50 idrovore energetiche».
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