I sindacati e i pensionati sono scesi nuovamente in piazza, questa mattina giovedì 4 giugno, per protestare contro la manovra finanziaria messa in atto dal Comune di Pescara che va a colpire principalmente le fasce più deboli della popolazione dopo il taglio della spesa sociale e l’aumento delle aliquote. Nel corso della protesta uno degli anziani si è anche sentito male ed è stato necessario anche l’intervento di un’ambulanza del 118 che l’ha trasportato all’ospedale. Le sue condizioni non sembrerebbero gravi, dovrebbe essere stato solo vittima di un malore a causa del caldo.
In piazza Italia, proprio di fronte al Municipio, centinaia di persone hanno protestato contro la scelta di voler deliberare un Bilancio di “lacrime e sangue” per i cittadini pescaresi. A guidare la manifestazione i segretari provinciali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e i rappresentanti dei pensionati.
Tanti gli aspetti che vengono contestati alla giunta guidata da Marco Alessandrini: l’aumento massimo dell’addizionale Irpef senza più esenzioni per i redditi fino a 10.000 euro (ovvero per chi guadagna circa 800 euro al mese), l’aumento dell’Imu senza più agevolazioni e mantenimento dell’aliquota ridotta per ville e case signorili, il taglio drastico della spesa sociale, la mancanza di un piano concreto per recuperare risorse dall’evasione fiscale e tributaria e nessun abbattimento significativo dei costi politico-amministrativi. Per le sigle sindacali tutto ciò è inaccettabile, incoerente, ingiusto e immorale.
Questo il pensiero unitario dei sindacati:
«La classe politica pescarese che in questi anni ha prodotto buchi milionari attraverso politiche finanziarie e d’investimento che non hanno prodotto alcun beneficio alla condizione economico-sociale della città, pensa oggi di scaricare tutto il peso della sua incapacità e irresponsabilità amministrativa sulle spalle dei lavoratori, dei pensionati, delle famiglie in difficoltà che avrebbero bisogno, al contrario, di interventi di sostegno necessari a garantire livelli adeguati di assistenza e tutela».
Sindacalisti e pensionati sono stati anche ricevuti dal sindaco Alessandrini, che ha ricordato come la sua amministrazione abbia le mani legate: «Ci presentiamo a mani nude di fronte a voi», dice il primo cittadino, «non ci sono alternative, ma la spesa sociale resta una priorità. Appena avremo notizie romane così attese (il riferimento è alla richiesta di poter spalmare su 28 anni il debito del Comune, ndr) ci incontreremo di nuovo. Paghiamo il crollo dei trasferimenti statali, ma lo stato di malattia del Comune era avanzato. Tutto questo non è bello, ma è la realtà oggettiva. Siamo assolutamente responsabili delle azioni che compiamo. È la più grande tempesta finanziaria che questo Comune ricordi e i nodi sono arrivati al pettine».
«Siamo preoccupati e indignati», dice Emilia Di Nicola della Cigl, «per le scelte del Comune».
Umberto Coccia della Cisl aggiunge: «a nulla è servito provare a dissuadere l’amministrazione, le aliquote sono al massimo, e si paga nella sofferenza e nel dolore, considerato che si annunciano delle file agli sportelli, per via del mancato recapito dei bollettini. Per noi questa manovra è inaccettabile e ingiusta».
«Hanno annullato 12 anni di trattative dei sindacati con le precedenti amministrazioni», conclude Luca Piersante della Uil, «pur essendo lacrime e sangue, poi, questa manovra non garantisce niente per il 2016 ma è solo una toppa per il 2015 quindi sarebbe preferibile seguire la strada del dissesto, per il Comune».
Infine l’ex segretario provinciale della Cgil, Paolo Castellucci, aggiunge: «Nessuna giunta di centrodestra era riuscita a fare peggio, prima d’ora, dell’attuale di centrosinistra. Certo, c’è da dire che il centrodestra ha fatto i debiti».
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