Centri estetici aperti anche in zona rossa: l’annuncio dell’assessore Cremonese dopo la sentenza del Tar. L’assessore al Commercio del Comune di Pescara nella giornata di oggi, giovedì 18 febbraio, è intervenuto in merito alla questione relativa all’apertura o meno dei centri estetici in base alle prescrizioni della cosiddetta zona rossa (le province di Pescara e Chieti si trovano attualmente in zona rossa, leggi l’ordinanza e i dettagli su QUESTO LINK), alla luce di una recente sentenza del Tar.
Di seguito la nota diffusa oggi dal Comune di Pescara in merito, con i dettagli forniti dall’assessore al Commercio, Alfredo Cremonese:
«Il rispetto dei protocolli sanitari è la miglior garanzia per l’attività in sicurezza dei centri estetici ai quali il Tar ha riconosciuto il diritto a rimanere aperti anche in zona rossa». L’assessore al commercio Alfredo Cremonese interviene nell’immediatezza della sentenza del 16 febbraio emessa a seguito del ricorso inoltrato da Confestetica avverso i DPCM del 3 novembre e del 3 dicembre 2020, e quello del 14 gennaio 2021. I giudici hanno riconosciuto che i centri estetici sono luoghi sicuri, al pari delle attività di barbieri e parrucchieri, citando anche le linee guida stabilite da INAIL e dal CTS lo scorso 13 maggio, nelle quali si stabiliva che «l’estetista lavora in ambienti generalmente singoli e separati (cabine) e le prestazioni tipiche comprendono già misure di prevenzione del rischio da agenti biologici alle quali ci si deve attenere rigorosamente nello svolgimento della normale attività professionale». Il Tribunale amministrativo del Lazio si è pronunciato sulla questione stabilendo che «la disposizione contenuta nell’art. 1, comma 10, lett. ii, deve essere annullata nella parte in cui, in combinato disposto con l’allegato n. 24, esclude gli estetisti dai servizi alla persona erogabili in zona rossa».
«In una fase così delicata per l’economia e per l’occupazione – puntualizza Cremonese – l’inserimento di questa categoria professionale tra quelle autorizzate a rimanere aperte dà sicuramente un contributo a risentire meno pesantemente della situazione socio-sanitaria e non può che essere accolta con soddisfazione. Va considerato che questo settore già a maggio si era impegnato a osservare rigidi protocolli per continuare la propria attività nella massima sicurezza, a partire dal distanziamento e dall’utilizzo di dispositivi di protezione individuale. L’adeguamento ha richiesto investimenti e sacrifici economici che sarebbero stati vanificati dalla chiusura. Il Comune, a ogni modo, all’occorrenza verificherà la piena osservanza delle prescrizioni che garantiscono la sicurezza dei clienti e degli stessi operatori. Ogni raccomandazione in tal senso appare superflua, poiché tutti abbiamo piena cognizione del difficile momento che stiamo attraversando e l’assoluta necessità di adoperare ogni minima accortezza».
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