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Banche di Credito Cooperativo, approvata la fusione tra Castiglione Messer Raimondo e Pianella e Teramo

Ventidue sportelli e 145 dipendenti. Questi i numeri della nuova banca (che diventa la prima Bcc d’Abruzzo) nata dalla fusione tra la Banca di Credito Cooperativo di Castiglione Messer Raimondo e Pianella con la Banca di Teramo di Credito Cooperativo.

I soci di entrambe le realtà hanno espresso parere favorevole in due distinte assemblee che si sono svolte ieri (domenica 12 giugno 2016) una a Teramo, in mattinata, e l’altra a Castiglione, nel pomeriggio. La fusione ha dato vita a un’unica banca cooperativa con più di 35 mila clienti e 145 dipendenti.

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Una acquisizione che trasforma l’istituto di credito presieduto da Alfredo Savini nella prima Banca di Credito Cooperativo d’Abruzzo sia per la raccolta diretta, superiore a 640 milioni, che per gli impieghi pari a 520 milioni. Una realtà che può ora contare su una rete di 22 sportelli, in un territorio che si estende in due regioni e abbraccia 62 comuni: 37 in provincia di Teramo, 21 in provincia di Pescara, 1 in provincia di Chieti e 3 in provincia di Ascoli Piceno. Nella nuova area di competenza territoriale risiedono 692mila abitanti pari al più del 50% dell’intera regione Abruzzo.

La nuova banca gestirà masse amministrate pari a quasi 2 miliardi di euro e un patrimonio di 65 milioni di euro, dei quali ben oltre 30 milioni di “patrimonio libero” e un indice di solidità patrimoniale (Total Capital Ratio) di circa il 18%, ampiamente al di sopra dei requisiti minimi regolamentari e della media sia del sistema bancario che del sistema del credito cooperativo.

Il processo di fusione, i cui effetti inizieranno a decorrere dal 1 luglio 2016, rappresenta un’importante opportunità di sviluppo della banca nell’area territoriale della provincia di Teramo, nel rispetto dei principi cooperativi e della mutualità a favore dei soci e degli appartenenti alle comunità locali. Con l’operazione di fusione la Bcc di Castiglione M. R. e Pianella, con i suoi 60 anni di storia, rimane una banca solida che si rafforza nel posizionamento competitivo sul territorio regionale e nella capacità di conseguire performance economiche attraverso la maggiore diversificazione dei rischi e la realizzazione di economie di scala.

L’aggregazione è altresì la risposta all’evoluzione dei mercati e del sistema bancario. Con la fusione la banca consegue una migliore efficienza operativa aumentando la dimensione minima necessaria per fare banca oggi e sfrutta, pienamente, il radicamento sul territorio senza dispersione di risorse in attività non a servizio diretto della clientela. In tal modo, il confronto con la concorrenza sarà più efficace e più elevata la capacità di rispondere, con nuovi prodotti e servizi adeguati, alle aspettative di soci e clienti.

Tra gli interventi durante l’assemblea castiglionese, quello dell’economista Giuseppe Mauro che ha parlato di una “aggregazione mirata e oculata di una banca sana ed efficiente come da parere della Banca d’Italia”.

Queste le parole del presidente Alfredo Savini (presidente anche della Fedam e membro del consiglio nazionale di Federcasse):

«Sono molto soddisfatto della risposta da parte dei soci in merito alla fusione resteremo una banca virtuosa, requisito necessario per mantenere maggiori spazi di autonomia come chiede la riforma del governo che porterà il Credito cooperativo ad avere un capogruppo e a essere il terzo gruppo bancario italiano. La nostra crescita è data dalla lungimiranza degli amministratori e dalle competenze dei dipendenti e con le professionalità acquisite costituiremo una grande squadra, così come sarà per il tessuto societario».


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