“Il mondo di mezzo”. Questo il titolo dello spettacolo che andrà in scena al teatro Massimo di Pescara giovedì 14 aprile alle ore 21 (alle 10:30 di mattina invece per le scuole). A nararre “Il mondo di mezzo dalla Banda della Magliana a Mafia Capitale” sarà Antonio “Nino” Mancini.
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A portare avanti il progetto, avviato la scorsa estate, è stato l’attore e regista pescarese Milo Vallone con l’ex boss della Banda della Magliana Mancini. In scena andrà la narrazione, sotto forma di teatro civile, di un lungo processo che va dalle gesta criminali delle batterie romane, fine anni ’70, poi confluite nella Banda della Magliana e, dalle quali nacquero le basi di quella che oggi viene definita Mafia Capitale.
Saranno raccontate le connivenze di quelle organizzazioni criminali con la politica, la massoneria, i servizi segreti, che hanno lasciato traccia anche nei giorni nostri segnando inevitabilmente la storia della Città Eterna in questi 40 anni.
La testimonianza diretta di chi ha vissuto quegli anni così difficili, fornisce interessanti spunti di riflessione e ci aiuta a capire meglio anche l’attuale contesto socio-politico romano e dunque: italiano.
Il tutto attraverso una formula di cui l’attore e regista pescarese è pioniere già da qualche anno e che ha chiamato “progetto CineprOsa”, ossia la commistione dei linguaggi cinematografici e teatrali.
Il cine-spettacolo vede come protagonisti, per la parte cinematografica, importanti personaggi del mondo dell’arte e della cultura italiana come la giornalista di Rai Tre e conduttrice da più di un decennio di “Chi l’ha visto?” Federica Sciarelli, la nota criminologa Imma Giuliani e le partecipazioni di due grandi attori come Alessandro Haber e Giorgio Caputo, quest’ultimo nel ruolo del “ricotta”, personaggio ispirato proprio a Nino Mancini, nella fortunata serie televisiva “Romanzo Criminale”.
SINOSSI
Un attore regista (Milo Vallone) a cui un produttore commissiona l’allestimento di uno spettacolo sui fatti di mafia capitale, è in cerca di un’ispirazione per poter affrontarne la narrazione.
In piena crisi creativa, pressato dal committente (Alessandro Haber), chiede consiglio all’amico attore Giorgio Caputo, per uscire dell’empasse. Quest’ultimo gli consiglia d’incontrare la persona che ha ispirato il suo personaggio in “Romanzo Criminale”, Antonio Mancini, appunto poiché rappresenta uno dei più autorevoli testimoni della vicenda da narrare.
Inizia così un incontro/confronto che darà il via al racconto su come partì quel processo di trasformazione della criminalità romana che farà diventare un’esperienza di vero e proprio stampo mafioso, ciò che fino ad allora era considerata solamente attività criminale fine a se stessa.
Da questo incontro nasce un lungo racconto che parte dal degrado delle periferie e scivola via su altri temi scottanti come il sistema carcerario, la riabilitazione sociale di ex detenuti, e scorrerà attraverso fatti di cronaca non ancora del tutto chiariti come il Caso Moro, la strage di Bologna, la scomparsa di Emanuela Orlandi, l’omicidio del giornalista Pecorelli; fino ad arrivare all’attuale sistema di corruzione di cui Roma (con Massimo Carminati a tratteggiare il filo di congiunzione) costituisce uno dei casi più drammaticamente alti e tristemente rappresentativi.
La pièce prevede al termine un momento di confronto con il pubblico, moderato dal giornalista dell’Ansa Luca Prosperi, profondo conoscitore dei fatti romani, con Nino Mancini pronto a rispondere a domande anche del pubblico.
Dieci euro il biglietto di ingresso allo spettacolo.