Meravigliosa serata all’insegna della cultura quella di ieri, 27 maggio all’Auditorium Petruzzi in via delle Caserme, a Pescara. Sala pienissima e oratori di alto livello per raccontare lo splendido romanzo del noto cantautore, docente e scrittore Roberto Vecchioni, intitolato “Il mercante di luce” ed edito da Einaudi. L’evento, organizzato dalla Fondazione Luciano Russi, è stato moderato da Marco Presutti, mentre hanno parlato del libro il critico letterario Renato Minore e Roberto Nicolai, ordinario di letteratura greca all’Università La Sapienza di Roma. Alcuni brani tratti dall’opera sono stati letti dall’attore Rosario Galli. Il romanzo “Il mercante di luce” narra la storia di Marco, un ragazzo affetto da una grave malattia che gli causa un invecchiamento precoce a soli 17 anni e lo rende ormai prossimo alla fine. Il padre, Stefano Quondam, è un grandissimo e misconosciuto professore di letteratura greca, il quale non ha mai smesso di battersi contro la stupidità e l’omologazione. Egli è un uomo pieno di difetti, ma vuole trasmettere al figlio tutto ciò che sa, convinto che “la bellezza che gli tempesta la memoria sia una luce così potente da svergognare il buio”. Un padre ed un figlio uniti da un filo sottile che si rivela essere la poesia greca: i due, infatti, ripercorrendo i grandi gesti e le paure di poeti e poetesse vissuti nell’unico tempo possibile, quello tra il mito e l’invenzione, il periodo di Saffo, Euripide, Sofocle e Omero, troveranno il modo di salvarsi entrambi.
Alla fine dell’incontro, Roberto Vecchioni ha concesso un’intervista ai microfoni di PescaraPost.
Roberto Vecchioni, prima volta a Pescara?
«No. Pescara la conosco benissimo! Avrò fatto almeno 10 concerti qui».
Le piace la nostra città?
«Mi piace moltissimo. È una bella città, avanti, tecnica, colta. È la città di almeno due grandi scrittori, dei quali uno è D’Annunzio…città bellissima».
Che messaggio ha voluto trasmettere con il suo romanzo “Il mercante di luce”?
«Che la cultura antica vale ancora oggi, soprattutto quella dei greci che ci ha dato modelli di pensiero che non dobbiamo abbandonare, che dobbiamo considerare, ricordare, pensare e che contano come valori e bellezza nel mondo e vanno contro le mediocrità di questa esistenza».
Un ricordo di Luciano Russi?
«Meraviglioso. Noi eravamo sempre insieme quando insegnavo qui vicino a Teramo, in università, mangiavamo sempre insieme, chiacchieravamo di filosofia, di pensiero, di calcio. Era una persona straordinaria, altissima e poi molto divertente, molto piacevole e molto idealista».
Progetti futuri?
«Terrò dei concerti per tutta l’estate. Credo che scriverò un nuovo romanzo per marzo o maggio dell’anno venturo. Per ora siamo fermi con la musica, magari un nuovo cd lo farò l’anno prossimo».
Un messaggio per i ragazzi del liceo classico di Pescara che seguono PescaraPost?
«Che ci credano sempre al liceo classico, perchè hanno un valore aggiunto, è giustissimo. Non abbiano nessuna paura di manifestare il loro umanesimo che è vincente sempre e comunque».
Un sogno nel cassetto, dopo averne realizzati tanti?
«Di sogni nel cassetto non ne ho, desidero che i miei figli stiano bene, che la mia famiglia stia bene. E poi beh, il sogno più grande è che ci sia più armonia nel mondo, il che, purtroppo è piuttosto difficile».
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