“Un giorno e un altro ancora”. Questo il titolo del film del regista Dino Viani che sarà proiettato venerdì 11 dicembre alle ore 21 allo spazio Matta nell’ambito della rassegna “Artisti per il Matta”. La proiezione ha anche il patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura di Berlino.
Il film racconta la sequenza finale della vita, i titoli di coda del film che ognuno ha scritto durante la propria esistenza. La vecchiaia come momento di sintesi finale in cui lo scorrere del tempo assume un significato diverso, definitivo: l’ora in cui lo sguardo si allontana dal reale e si rivolge alla propria anima quasi indifferente al mondo esteriore, di cui ormai non ha più bisogno.
Prepararsi ad andare per un viaggio senza ritorno in attesa di quell’attimo in cui il reale si confonderà con il sogno.
“Un giorno e un altro ancora” è stato scritto e diretto da Dino Viani, mentre le musiche originali sono di Emanuel Dimas de Melo Pimenta. L’anno di produzione è il 2009. L’ingresso alla proiezione è libero.
Nota critica a cura di Dino Viani
L’emigrazione è stato un fenomeno esiziale per i paesi del Medio Sangro, dove la povertà dei luoghi ha costretto migliaia di famiglie ad emigrare prima nelle Americhe, poi nei paesi del nord Europa, o nelle città importanti come Roma e Napoli.
L’industrializzazione delle vallate, promettendo forza lavoro, ha dato a questi luoghi il colpo di grazia definitivo svuotandoli del tutto. Aggirarsi in questi paesi, specie nelle giornate invernali, è come vagare in luoghi fantasma dove, nella migliore delle ipotesi, si scorgono dalle finestre gli sguardi incuriositi degli anziani infreddoliti, riparati nel tepore delle case per paura che l’inverno li porti via.
Nelle piazzette non ci sono sciami di bambini che giocano, ma le anime dei morti che si aggirano indisturbati vagando per i vicoli bui nelle lunghe notti invernali. Con i primi caldi primaverili, grazie alle feste paesane, questi luoghi cominciano a riprendere, anche se solo per poco tempo, l’illusione della vita di un tempo.
Il film è stato girato con gli anziani abitanti del Medio Sangro, veri custodi della memoria del luogo.