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La Fondazione Genti d’Abruzzo mette in mora il Comune

La Fondazione che gestisce il Museo delle Genti d’Abruzzo ha messo in mora il Comune di Pescara per i mancati versamenti da parte dell’attuale amministrazione comunale di Pescara a causa dei quali il Museo sta vivendo un momento di grande difficoltà.

A lanciare l’allarme e ad annunciare la messa in mora dell’ente guidato dal sindaco Marco Alessandrini è il consigliere di amministrazione della fondazione che gestisce il Museo, Salvatore Di Pino, dopo una delicata riunione del Cda, che si è tenuta il 22 luglio. All’ordine del giorno vi era la discussione e la votazione sulla messa in mora del Comune di Pescara. Quattro consiglieri su 6 hanno votato a favore della messa in mora del Comune mentre 2 consiglieri si sono astenuti.

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Questo il commento di Di Pino:

«Il museo vive anche e soprattutto grazie ad un contributo di circa 201mila euro del Comune di Pescara, previsto nel 2009 nella convenzione tra la Fondazione e il Comune stesso sulla base di una delibera votata in precedenza dal consiglio comunale. Questo contributo ha consentito alla struttura di porsi quale vero e proprio polo museale-didattico cittadino attraverso lo svolgimento di attività quali manifestazioni culturali di varia natura e iniziative e progetti storico-artistici rivolti a persone di ogni età».

Secondo Di Pino, «l’eliminazione o la riduzione del trasferimento di fondi dal Comune oltre che ingiustificata metterebbe in seria difficoltà la struttura o, comunque, determinerebbe l’impossibilita’ di svolgere i servizi di cui ha finora beneficiato la cittadinanza».

«Se dovesse perdurare questa situazione di inadempimento da parte dell’Ente», conclude Di Pino, «non potremo fare altro che dare mandato al nostro legale per il recupero giudiziale del credito».

Questa la risposta di Emilio Longhi, presidente della commissione consiliare “Cultura e Turismo”:

«La decisione del consiglio di amministrazione di chiedere la messa in mora del Comune, in quanto inadempiente al rispetto della convenzione in vigore tra le istituzioni dal 2009 è un atto gravissimo, ancor più perché proviene da un Cda in regime di proroga e perché è stata votata anche da un consigliere comunale in carica, Carlo Masci, rappresentante del Comune all’interno del consiglio. Il tutto proprio mentre sabato, con la riunione della Consulta dei Fondatori, organo supremo dell’Ente in cui siedono i soci fondatori pubblici e privati della Fondazione, si e’ spianata la strada alla riforma complessiva dello Statuto elaborata con un lungo lavoro condiviso proprio nella Commissione Cultura da me presieduta. Il Comune di Pescara, oltre ai 201.000 euro annui, paga le spese delle utenze di acqua luce e gas (circa 30.000 euro) e fornisce in comodato d’uso i locali delle caserme e del bagno penale borbonico. Una condizione quasi ‘capestro’ soprattutto se paragonata alle dotazioni di bilancio destinate alla cultura e al turismo».