Chef Heinz Beck a Pescara. Il celebre cuoco è stato infatti ospite nella città adriatica oggi, martedì 22 maggio, nella città adriatica, e più precisamente all’Istituto Alberghiero “De Cecco“, per incontrare gli studenti della scuola protagonisti di un progetto Pon.
Per guardare la galleria di foto dell’evento clicca sull’immagine qui di seguito:
Al cuoco stellato sono stati donati, da parte della dirigente scolastica, il gagliardetto della scuola, un volume sul gusto realizzato dall’Istituto Alberghiero, e un’opera in ceramica sull’Abruzzo.
Questo uno degli aneddoti raccontati dallo chef Beck durante l’incontro con i ragazzi:
“Il momento più bello è quando entro in cucina a lavorare con i miei ragazzi e oggi sono felice come il primo giorno, 38 anni fa. Entrare in cucina significa sporcarsi le mani, ed è nobile farlo, non è da ‘operaio’, significa che una persona tiene al suo lavoro. Se voi studenti volete, un giorno, fare gli chef, sporcatevi le mani, non fate gli attori, altrimenti scegliete un’altra professione”.
Protagonisti dell’appuntamento, tra gli altri, 21 studenti del Progetto Pon denominato “A scuola di scrittura – Giornalisti si diventa” promosso proprio dall’Istituto Alberghiero Ipssar “De Cecco” di Pescara.
All’evento tenutosi nell’aula magna della scuola hanno partecipato, oltre allo chef e agli studenti, anche la dirigente Alessandra Di Pietro, il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, il presidente della Saga Enrico Paolini, e le docenti Pina Fusco, Grazia Coccia e Cristiana De Martinis, responsabili del Progetto Pon.
Queste le parole della dirigente Di Pietro:
“Parlare con uno chef pluristellato significa ascoltare una lezione di professione e di vita, non ci limitiamo a parlare di cucina, ma parliamo di metodo, significa parlare di competenze, di multidisciplinarietà, di passione, di cura del dettaglio. Significa preparare i nostri ragazzi al loro futuro nel senso più ampio del termine”.
Entusiasti dell’incontro anche i ragazzi, i quali hanno approfittato dell’occasione per porre diverse domande al noto chef stellato del ristorante La Pergola a Roma. Queste altre dichiarazioni del cuoco nella mattinata all’istituto De Cecco:
“Circa 38 anni fa anch’io ero in un Istituto Alberghiero a studiare, e in 38 anni è cambiato il mondo, quando ho cominciato io, lo chef non era considerato come oggi, e io da ragazzo non volevo neanche fare lo chef, ma il pittore. Poi mio padre mi ha indotto a ‘studiare qualcosa di serio’, perché la pittura non era considerata ‘cosa seria’. Con gli anni, lavorando, ho capito come sia importante cucinare bene e sano e oggi la cucina offre un’ampia multidisciplinarietà. Sono arrivato nel ’94 in Italia dalla Germania, quando mi hanno offerto di gestire il ristorante ‘La Pergola’, che faceva parte del gruppo Hilton, avevo deciso di restare due anni, da quel momento sono passati 24 anni e oggi sono felice di non aver lasciato il ristorante dopo due anni. Poi, nel 2001, ho sposato una donna italiana, siciliana, Teresa e insieme abbiamo creato una società di consulenza e management nel food con 8 ristoranti e 2 alberghi. Il segreto del nostro lavoro è la passione e stare vicino ai ragazzi, alle giovani leve, è importante, perché voi siete il futuro dell’Italia e della ristorazione, ma solo se noi siamo capaci di insegnare bene e voi di apprendere bene, possiamo garantire che la migliore energia dell’Italia vada avanti. È importante studiare, leggete molti libri, ampliate i vostri orizzonti, solo così potrete creare e non copiare un buon piatto, specie in Italia che è il paese enogastronomicamente più importante al mondo. La cura di un piatto è creatività, la cucina è una tavolozza di colori e poi c’è la dimensione del gusto”.
Parlando dei suoi esordi in cucina, Heinz Beck ha raccontato di aver:
“creato piatti, come i fiori di zucca e il fagottello alla carbonara che ancora oggi tutti gradiscono e nessuno direbbe che sono stati concepiti vent’anni fa. Chi inizia oggi la nostra professione non deve pensare al cosiddetto ‘successo’: il successo è soddisfare i miei clienti, e solo se il cliente torna uno chef può pensare di aver avuto successo, il cliente è la persona più importante, è quello che ci paga le bollette e ci paga gli stipendi. Il mio stile è quello di una cucina salutare dai sapori mediterranei che non sono solo quelli italiani. E la salute è importante perché la maggior parte delle malattie sono oggi legate all’alimentazione”.
Lo chef si è soffermato anche sulle “critiche”:
“tutti le abbiamo ricevute, critiche che vanno ascoltate, analizzate e poi occorre vedere se la critica è fondata oppure no secondo i tuoi canoni, ma senza alcuna presunzione”,
e ha risposto anche a una domanda sul “miglior piatto realizzato”, spiegando che:
“sarà il prossimo che creerò, spero di non aver ancora concepito la mia opera migliore. Oggi sono venuto all’Istituto Alberghiero e ho indossato la nostra divisa da Chef, perché dobbiamo essere orgogliosi della nostra uniforme che ci caratterizza e distingue. E la divisa di uno Chef dev’essere sempre immacolata, pulita, essa rappresenta l’immagine della sua cucina, ossia del suo regno”.
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