Il presidente della provincia di Pescara e dell’Upi Antonio Di Marco ha annunciato, durante l’incontro tra parlamentari abruzzesi e presidenti delle province della nostra regione che la situazione e’ diventata da codice rosso. Infatti, il decreto enti locali non ha permesso di prevedere nel bilancio 2015 l’uso dell’avanzo amministrativo del 2014, che ammonta, per la sola Provincia di Pescara, a circa 3,8 milioni di euro. Ciò vuol dire che non sarà possibile approvare il bilancio di previsione entro il 30 e tutto ciò avrà conseguenze che si ripercuoteranno sui cittadini. Presenti all’incontro i presenti delle varie province: Antonio De Crescentiis (L’Aquila), Renzo Di Sabatino (Teramo) e Mario Pupillo (Chieti). Hanno inoltre preso parte alla riunione i parlamentari Antonio Castricone, Federica Chiavaroli, Vittoria D’Incecco, Gianluca Fusilli, Daniele Licheri (in rappresentanza di Gianni Melilla), Antonio Razzi, Gianluca Vacca, Maria Amato, Stefania Pezzopane, Paolo Tancredi e Tommaso Coletti.
«Se le cose resteranno così» afferma Di Marco,«non riusciremo a provvedere alle funzioni fondamentali che la Delrio ci ha assegnato: viabilita’, edilizia scolastica e ambiente. A settembre molte scuole potrebbero non riaprire, dato che non potremo assicurare loro neanche il riscaldamento. Saremo costretti a chiudere al traffico numerose strade (quelle gia’ interdette sono 3 nella Provincia di Pescara, 10 a L’Aquila, 3 a Chieti e 6 a Teramo) e non saremo in grado di provvedere all’assistenza dei disabili. I tagli apportati dal governo alle Province sono macroscopici: 8,8 milioni di euro per Chieti, 9,6 per l’Aquila, 9,4 per Teramo e oltre 10 milioni tagliati a Pescara. I trasferimenti statali, che nel 2008 si aggiravano intorno ai 79 milioni di euro, oggi sono pari a zero. E tutto questo, senza considerare le aziende che attendono di essere pagate dalle Province e che, a causa del patto di stabilita’, non sono ancora state liquidate. Il paradosso è che Pescara, ad esempio, pur avendo 30 milioni di euro nelle sue casse, non può pagare le imprese che hanno lavorato e che da un anno, ormai, attendono di ricevere ciò che spetta loro. Per quanto riguarda poi il personale, le quattro Province abruzzesi ad oggi hanno speso 28 milioni di euro per pagare dipendenti che, secondo la legge di riordino, non dovrebbero già più essere a carico degli enti provinciali. Chiediamo a voi parlamentari una presa di responsabilità e di comprendere che bisogna intervenire immediatamente, altrimenti sarà il collasso».
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Dal canto loro, i parlamentari hanno garantito che si attiveranno mediante emendamenti atti a modificare la riforma delle Province al fine di non creare disservizi, fermo restando l’impossibilità di tornare indietro per ciò che è stato stabilito dal governo in merito al futuro delle Province stesse. Entro un mese l’Upi Abruzzo incontrerà nuovamente i parlamentari a Roma.