Un tentativo di truffa ai danni di anziani è stato sventato dai carabinieri in Abruzzo ieri, lunedì 3 dicembre.
L’episodio, ascrivibile alla serie di raggiri nota come “truffa del pacco dal finto corriere” è avvenuto in provincia di Chieti, a San Salvo e, grazie all’intervento dei militari della Stazione di San Salvo, la truffa è stata sventata, con l’autore colto in flagranza.
A finire nei guai, denunciato per tentata truffa a danno di anziani, S.S., di origini campane già noto alle autorità.
L’attenzione dei carabinieri sarebbe stata attirata, in via Duca degli Abruzzi, dalla presenza di un uomo a bordo di un’auto, una Volkswagen Golf di colore grigio, il quale stava interloquendo con un’anziana signora del posto.
I sospetti sarebbero stati confermati dal tentativo, da parte dell’uomo, di darsi alla fuga alla vista dei carabinieri.
L’uomo sarebbe stato poi fermato dai carabinieri. Stando alle ricostruzioni sull’accaduto il protagonista della vicenda, spacciandosi per corriere, avrebbe richiesto all’anziana il pagamento di un personal computer acquistato online dal figlio della donna.
I militari, dopo aver bloccato l’uomo, lo hanno sottoposto a perquisizione personale e veicolare.
Il protagonista sarebbe stato trovato in possesso di un pacco regalo contenente un supporto per computer portatile del quale, secondo i militari, si sarebbe servito per mettere a segno la truffa in questione.
Oltre a ciò, dai successivi accertamenti, i carabinieri avrebbero scoperto l’appropriazione indebita del veicolo e l’emissione, da parte del Tribunale di Napoli, di un decreto di sequestro preventivo.
I carabinieri di San Salvo avrebbero pertanto dato esecuzione al decreto, denunciando l’uomo per la tentata truffa.
Alla luce dell’ultima scoperta fatta, i carabinieri fanno sapere quanto segue:
Nel vastese, le truffe in danno agli anziani, rappresentano un sistema molto diffuso di arricchimento da parte di alcuni malviventi i quali, privi di ogni scrupolo, si presentano all’ignara vittima sotto diverse vesti: il corriere, l’amico di famiglia, il tecnico del gas, l’avvocato e, talvolta, anche dell’appartenente alle forze dell’ordine. Ottenuta la fiducia del malcapitato, con la promessa di un imperdibile affare, la riscossione di una vecchia eredità o di un’allettante vincita ma anche, nei peggiori dei casi, la minaccia che se non verrà pagata una cospicua cauzione (istituto inesistente nel sistema giudiziario italiano), un suo stretto congiunto potrebbe finire in galera, vengono portati via tutti gli oggetti di valore che i malviventi riescono a prendere. Non solo denaro quindi, ma anche gioielli e monili, che spesso, oltre al valore economico, hanno per le vittime un grande valore affettivo. Esistono vere e proprie “scuole della truffa”, dove i malviventi apprendono i modi più rapidi ed efficaci per raggirare il loro “bersaglio”, far sì che abbassi le difese e, raggiunto lo scopo, far perdere le proprie tracce. Quest’Arma si è particolarmente adoperata per contrastare una pratica, che risulta tanto più odiosa quanto più indifese sono le persone offese. Il fenomeno, grazie anche alla istituzione sul territorio di numerosi incontri di sensibilizzazione delle fasce più deboli, e alla diffusione di opuscoli informativi patrocinati dalle istituzioni amministrative locali, seppur in tenue calo sotto il profilo dei reati tentati, è drasticamente crollato nel numero di quelli consumati, a dimostrazione di una sempre maggiore consapevolezza da parte della popolazione.