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Scafa, deturpato il cedro del Libano secolare: la denuncia del Conalpa [FOTO]

Alcuni vandali hanno preso di mira e deturpato il cedro del Libano secolare presente all’interno del parco pubblico di Villa Bianca di Scafa. A denunciare il fatto è il Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus.

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cedro del libano secolare scafa (2)

L’albero è riconosciuto dalla legge numero 10 del 2013 come monumentale e inserito nell’elenco degli alberi monumentali d’Abruzzo dal 2015. Nello specifico è stato rovinato il tronco a causa di una scritta fatta con lo spray. L’albero ha dimensioni davvero notevoli con i suoi 5 metri e 45 centimetri di circonferenza ed è tutelato dalla legge per le seguenti caratteristiche di monumentalità: dimensioni, forma, portamento, valore storico e valore paesaggistico.

«Si tratta dell’ennesimo oltraggio contro il nostro prezioso patrimonio ambientale monumentale», fa sapere l’associazione, «in questo caso hanno imbrattato uno dei simboli dell’Abruzzo verde, il più grande cedro monumentale della nostra regione, purtroppo poco valorizzato e sottoposto a sporadiche azioni di tutela e conservazione».

Il Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio Onlus ha segnalato l’atto vandalico ai Carabinieri Forestali e per conoscenza al Comune di Scafa sperando «che si intervenga con una vigilanza più attenta su questi patriarchi della natura».

«È inaccettabile quando accaduto al cedro di Scafa», conclude il Conalpa, «con troppa facilità questi grandi alberi possono essere presi di mira e trasformati in bersagli per azioni vandaliche. Abbiamo a che fare con esseri viventi, con materia viva e come tale devono essere trattati e conservati nel tempo. È quindi necessario tutelarli veramente con il massimo della professionalità perché rappresentano la nostra storia d’Abruzzo, il nostro vanto, la nostra immagine turistica. Occorre attuare subito le sanzioni penali previste dalla Legge nazionale sugli alberi monumentali. E poi installare telecamere per la sorveglianza e finanziare maggiormente le azioni di tutela e valorizzazione dei siti in cui si trovano questi alberi».