Search

Espulso dall’Italia torna a Chieti in hotel con un passaporto “pulito”: sorpreso e arrestato dalla polizia

Espulso dall’Italia, era rientrato utilizzando un passaporto “pulito”, ma è stato sorpreso in un hotel a Chieti: questa la vicenda che, nella notte tra domenica 21 ottobre e lunedì 22, ha portato all’arresto, nel capoluogo teatino, di un uomo.
A finire in manette un 41enne albanese, gravato da un ordine di carcerazione per espiazione di pena residua di un anno e 24 giorni di reclusione.

La scoperta è stata fatta dagli agenti della Squadra Volante di Chieti diretti dal vice questore aggiunto Antonello Fratamico in un albergo della città la notte scorsa.
Stando alle ricostruzioni sull’accaduto, il protagonista della vicenda aveva ricevuto una pena definitiva superiore ai 3 anni a Rimini, e per tale motivo, dopo l’arresto era stato posto ai domiciliari. In seguito a diverse evasioni, la pena per il 41enne era stata convertita in espulsione con divieto di ritorno nello Stato,

Inserisci il tuo codice AdSense qui

Nel caso in cui fosse rientrato in Italia prima di 10 anni, sarebbe stato immediatamente condotto in carcere.
L’uomo avrebbe però tentato di “aggirare” il tutto cambiando, in Albania, il suo cognome con quello della madre, e ottenendo così una nuova identità e un nuovo passaporto “puliti”.

Certo quindi di non essere scoperto, la notte scorsa si è recato in un hotel di Chieti per pernottare, esibendo i documenti. Nel momento in cui l’albergatore ha inserito i dati dell’uomo, questi ultimi sono giunti alla polizia tramite il sistema “alloggiati web”, ed è così scattato l’allarme.
Le forze di polizia italiane avevano infatti già associato la nuova identità a quella precedente, tramite una fotosegnalazione.

Scoperto il “raggiro”, e che si trattava quindi di un ricercato, gli agenti sono giunti alle prime ore del mattino in hotel e hanno arrestato il 41enne. L’uomo, sorpreso e assonnato, è stato trasferito in carcere, e dovrà rispondere, tra l’altro, del reato di ingresso clandestino nel territorio dello Stato dopo l’espulsione comminata dal giudice.