[Cronaca]

Donna senza lavoro e con due figli prosegue la protesta al Comune di Montesilvano

Prosegue la protesta davanti al Comune di Montesilvano, con tanto di apposizione di striscioni in piazza Diaz, nei pressi dell’ingresso di Palazzo di Città.
Ad animare la protesta è una donna di 45 anni con due figli, rimasta senza lavoro e in arretrato con alcune mensilità di affitto, e quindi a rischio sfratto.

E sulla sua situazione è la stessa donna a spiegare la sua condizione attuale e le relative problematiche che l’hanno portata a manifestare davanti al Comune:

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«Ho perso il lavoro nel 2015, e dopo 20 anni in azienda siamo finiti tutti a casa. A 45 anni non ti prende più nessuno, ho inviato migliaia di curriculum. Sono genitore solo con due figli, e vivo in una casa da 12 anni pagando un affitto di 570 euro. La padrona di casa appena ha saputo della mia condizione economica, non ha aspettato nemmeno che terminasse il mese di giugno per considerala seconda mensilità non versata».

La situazione è poi recentemente precipitata, con la richiesta di aiuto al sindaco:

«Ho percepito la disoccupazione per due anni, ed è appena terminata. Sindaco e vice sindaco davanti alle mie lacrime mi hanno detto che non possono farmi nulla. Ho fatto male a non fare domanda di alloggio popolare in precedenza. Ho spiegato loro che nonostante il mio Isee ancora lavorando fosse basso, non ho mai voluto vivere sulle spalle del Comune, lasciando spazio a chi un lavoro non lo aveva ma che oggi, con il senno di poi, ho sbagliato.
Sono caduta improvvisamente in uno stato di povertà perché ho sempre lavorato e non ci sto alla risposta del sindaco che mi ha comunicato, davanti le mie lacrime di disperazione, che il prossimo bando ci sarà tra 5 anni, e che non può farci nulla. Ho provato a fare anche una richiesta lavorativa, qualsiasi essa sia, ma mi ha liquidata dicendomi che non poteva far nulla. Poi ascolto un suo video dove dice che il comune ha aiutato e sta aiutando gli immigrati sgomberati da via Ariosto a trovare una sistemazione».

E la situazione potrebbe ulteriormente precipitare nel prossimo futuro, come spiega la donna:

«Quando lo sfratto sarà esecutivo che fine faremo io e i miei figli? Che fine faranno tutti i miei mobili, una vita di sacrifici? Perché questa giunta comunale non si occupa degli italiani in difficoltà, ma bensì di trovare una sistemazione dignitosa per gli immigrati? Protesterò fino a sfinimento con dignità».

PescaraPost

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