Muri invasi da infiltrazioni di acqua e pieni di muffa, parti del solaio che vengono giù e una finestra mancante nel bagno.
Queste alcune delle problematiche che affliggono un alloggio popolare di via Rigopiano, al numero civico 88/7.
L’appartamento si trova nel complesso di palazzine popolari formato da cinque palazzine da quattro piani con due portoni di ingresso per ognuno. Una porzione della città che sembra abbandonato a se stesso per il degrado nel quale versa.
Per vedere le foto della galleria basta cliccare sull’immagine in basso:
All’interno vive una ragazza di 26 anni, J.D.C., da 25 anni vive all’interno di quelle quattro mura malandate, prima con la nonna e la madre (entrambe decedute nel corso degli ultimi anni) e adesso divide quei circa sessantacinque metri quadrati insieme al patrigno, al fratello e alla famiglia della sorella (marito più due bambini di undici e due anni).
Per vivere in quella abitazione pagano circa 200 euro al mese per ripagare un debito pregresso, la media altrimenti varia dai 60 agli 80 euro al mese.
Svariati i problemi presenti all’interno della casa: ma se nella cucina soggiorno i muri riescono ancora a reggere, nel bagno parti di muro e soffitto si sgretolano e vengono giù. Nel bagno una finestra mancante è stata coperta con un semplice pannello. Gli infissi non isolano più ed entrano aria e freddo, mentre negli stanzini a piano terra ci sarebbero i topi e ruberebbero di frequente le biciclette.
Per eseguire una riparazione e migliorare questa situazione ai limiti della vivibilità, un idraulico ha preventivato una spesa di circa 12mila euro.
Questo l’appello che lancia la ragazza:
«Non riusciamo a far fronte a questa situazione», fa presente la residente, «abbiamo paura di andare in bagno perché temiamo che ci cada il muro addosso. Con l’ufficio competente del Comune abbiamo parlato, abbiamo anche consegnato la documentazione fotografica tra gennaio e febbraio e ci dissero che in pochi giorni sarebbero venuti a verificare per la manutenzione dell’alloggio, ma non si è mai visto nessuno. Vogliamo solo il minimo che non ci cada in testa il muro, mia madre e mia nonna hanno vissuto in queste condizioni fino alla morte senza che nessuno si degnasse di venire a vedere o di fare qualcosa. Poi la sera io ho paura a scendere con il cane, qui siamo lasciati a noi stessi».
AGGIORNAMENTO. Il Comune, tramite l’assessore competente Adelchi Sulpizio, fa sapere che l’alloggio in questione non è di proprietà comunale ma è dell’Ater.
«È l’ente proprietario», spiega Sulpizio, «quello tenuto alla manutenzione ordinaria e straordinaria e in questo caso non il Comune, ma l’Ater.
Ci sembra dunque evidente che gli uffici comunali non possono aver dichiarato che avrebbero eseguito la manutenzione in pochi giorni, perché sia per diritto che per prassi non entriamo nel merito degli alloggi di proprietà Ater. L’unica cosa che il Comune può fare è sensibilizzare l’Ater al caso, cosa che puntualmente facciamo anche con altre segnalazioni che riceviamo nei nostri uffici aperti ogni giorno».
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