Truffa aggravata: questa l’accusa con la quale è stata arrestata una donna di Montesilvano da parte della guardia di finanza.
Protagonista della vicenda è una donna, S.P., residente a Montesilvano e titolare di uno studio di consulenza finanziaria a Pescara.
Secondo le indagini condotte dalle fiamme gialle del Nucleo Polizia Tributaria di Pescara, e che hanno portato all’esecuzione della misura degli arresti domiciliari (disposta dal Gip del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea), la mediatrice finanziaria, risultata poi abusiva, avrebbe messo in piedi una vera e propria rete di truffe e raggiri ai danni di imprenditori e titolari di attività commerciali in difficoltà finanziaria provenienti da numerose regioni sparse in tutta Italia (Marche, Molise, Lazio, Toscana, Campania, Calabria, Puglia, Piemonte, Lombardia e Veneto).
Secondo quanto scoperto la donna avrebbe truffato ben 142 clienti che si erano rivolti a lei per ottenere finanziamenti e contributi esteri a fondo perduto.
Le ignare vittime del raggiro sarebbero state accolte in un elegante studio situato in centro a Pescara, e recante anche la targa con scritto: “Intermediazioni Finanziarie e Contabilità”.
Tale indicazione, insieme ad altri titoli millantati, sarebbe risultata abusiva dato che la titolare non è risultata iscritta nell’apposito elenco tenuto dall’Organismo degli Agenti in Attività Finanziaria e Mediatori Creditizi (OAM).
Stando a quanto appurato, gli interlocutori dell’intermediatrice, in situazione di disagio economico (diversi di loro sarebbero risultati già indebitati verso privati o enti, o segnalati alla centrale rischi e quindi impossibilitati ad
accedere agli ordinari canali del credito), e allo stesso tempo inesperti in ambito di finanziamenti, sarebbero stati raggirati dalla donna.
Le vittime della truffa avrebbero infatti firmato contratti in lingua inglese con fantomatici istituti esteri, allettati da condizioni vantaggiose su tassi di interesse bassi e tempi di restituzione dilazionati.
Come “compenso” la protagonista della vicenda avrebbe chiesto e ottenuto il versamento di acconti fino al 4% del finanziamento promesso.
Ovviamente, nessuno dei soggetti truffati avrebbe ottenuto alcun finanziamento, e nemmeno la restituzione o il rimborso degli “acconti” versati. Secondo quanto scoperto, la truffa sarebbe stata perpetrata ai danni di ben 142 clienti, per l’ottenimento di finanziamenti esteri per oltre 300 milioni di euro, e dal raggiro la protagonista avrebbe ricavato un illecito profitto di circa 331mila euro.