Una truffa ingegnosa e “tecnologica” agli sportelli Atm di Pescara per “rubare” e poi utilizzare le carte bancomat di ignare vittime: questa la scoperta fatta dagli agenti della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Pescara, e che ha portato a un arresto.
Le indagini della polizia hanno permesso di scoprire un’attività criminale svolta da diverse persone, e ad arrestare in flagranza un 45enne di origini campane che si era appena impossessato della carta bancomat di un cliente subito dopo che quest’ultimo aveva prelevato del denaro.
Stando alle ricostruzioni degli investigatori, le banche prese di mira dalla banda in città erano quelle dotate di “area self”, per accedere alle quali bisogna aprire delle porte scorrevoli tramite l’inserimento della carta in un lettore, e per uscire bisogna invece premere un apposito bottone che permette di aprire nuovamente le porte.
Il marchingegno installato dai malfattori, invece, era stato posizionato proprio al posto dei pulsanti per l’uscita: in pratica i clienti, dopo aver effettuato il prelievo, si trovavano di fronte non più i classici pulsanti apriporta, ma una nuova installazione all’interno della quale bisognava inserire la propria carta bancomat per l’uscita.
E proprio grazie a quest’ultimo manufatto, installato dai truffatori, si metteva in pratica la truffa ai danni degli ignari clienti.
In pratica, inserendo la propria carta le porte effettivamente si aprivano (ma grazie a un telecomando apriporta azionato proprio dai malfattori), ma la carta che veniva “restituita” non era quella del legittimo proprietario.
All’interno del macchinario installato la carta veniva sostituita con una dello stesso circuito bancomat, ma precedentemente sottratta a un altro ignaro cliente, e già “utilizzata” dai malfattori.
In tal modo la vittima non si accorgeva subito della “sostituzione” e quindi della truffa appena subita, e quindi i malfattori erano liberi di “svuotare” quanto presente nel relativo conto praticamente indisturbati.
Questo perché, oltre al finto dispositivo apriporte, gli stessi truffatori avevano posizionato una microtelecamera proprio in direzione del tastierino numerico, e le relative immagini della digitazione del codice Pin venivano monitorate “in diretta” tramite lo schermo di un tablet collegato via wireless alla telecamera.
Recuperati carta e relativo codice, i malfattori procedevano quindi a prelevare le somme di denaro o a effettuare acquisti fino a quando la carta veniva “svuotata” oppure fino al blocco della stessa da parte della vittima.
Tale raggiro è quindi proseguito fino a quando, un sabato, un agente della polizia postale libero dal servizio si è accorto di quanto stava succedendo, ed è riuscito a bloccare e arrestare uno dei truffatori.
Il complice di quest’ultimo si sarebbe invece dato alla fuga facendo perdere le proprie tracce.
Nel dispositivo installato dai malfattori sarebbero state ritrovate ben 12 carte di credito e alcuni telefoni cellulari.
Da una delle carte presenti all’interno del marchingegno erano stati inoltre già effettuati 7 prelievi fraudolenti per una somma complessiva di 5mila euro.
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