Dovranno rispondere di tentata truffa aggravata ai danni di un’anziana le 2 donne, A.A., 48enne già nota alle forze dell’ordine, e S.L., 47enne già nota alle forze dell’ordine, tutte e 2 di Napoli, arrestate dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Pescara il pomeriggio del 13 luglio.
Ignoti interlocutori si spacciavano per avvocati e carabinieri segnalando come un familiare, un figlio o una figlia, fosse detenuto in una caserma in seguito a un grave incidente stradale.
I carabinieri, dopo le segnalazioni pervenute, si sono appostati nella zona dei Colli in borghese, tra via Rigopiano e la zona della basilica della Madonna dei 7 Dolori, fino a quando hanno notato una Nissan Qashqai bianca (auto noleggiata in provincia di Napoli) in via Salita Tiberi.
Le donne stavano dirigendosi ai numeri civici 49 e 51 per farsi consegnare il riscontro del versamento di quanto richiesto alla donna anziana da raggirare.
Le 2 donne sono state subito fermate, sottoposte a controllo e arrestate per il reato di tentata truffa aggravata. Entrambe operavano come complici di una terza persona, un uomo, che al telefono si fingeva un avvocato o un carabiniere.
Resta da identificare l’uomo che ha telefonato agli anziani con lo scopo di adescare le ignare vittime.
Le 2 donne arrestate, giunte a Pescara dalla Campania appositamente per la truffa, sono state trasferite al carcere di Chieti in attesa della convalida dell’arresto da parte del Gip.
Come fanno sapere il maggiore Massimiliano Di Pietro e il tenente colonnello Gaetano La Rocca, fino a 15 segnalazioni al giorno giungono alle forze dell’ordine relative a truffe di questo tipo, e forniscono alcuni consigli alle potenziali vittime, quasi sempre anziani che vivono da soli.
In primo luogo, avvocati o carabinieri non vanno nelle abitazioni delle persone per richiedere somme di denaro.
Per quanto riguarda invece le modalità del raggiro, i truffatori solitamente chiamano le vittime al telefono fisso dicendo che figli (o parenti) siano in caserma per problemi di incidenti stradali.
Subito dopo la chiamata ricevuta le vittime, solitamente, per verificare la veridicità della telefonata, con lo stesso telefono chiamano le forze dell’ordine.
Ma dall’altro capo del telefono resta in linea il truffatore che, fingendosi un agente, conferma la versione dei fatti.
Per tale motivo i militari consigliano di effettuare la telefonata di riscontro con un telefono cellulare.
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