Il 4 settembre prossimo era stato fissato dal gip (giudice per le indagini preliminari) del tribunale di Pescara l’incidente probatorio per accertare la capacità di intendere e di volere di Giovanni Grieco al momento dell’omicidio di Orlando e la sua compatibilità con il regime carcerario. Ma Grieco ha deciso di farla finita prima suicidandosi all’interno della sua cella nel carcere di Castrogno a Teramo con un lenzuolo legato all’inferriata.
«Verifichiamo tristemente», dice l’avvocato Paolo Marino, «che si è realizzato quello che abbiamo cercato di dimostrare da più di un mese e che un noto esperto di Villa Serena aveva stabilito e cioè che le condizioni di Grieco non erano compatibili con il regime carcerario».
Nella perizia il consulente sosteneva che le condizioni del detenuto, addetto alla sorveglianza di locali e appassionato di fitness, erano incompatibili con il carcere. Il gip poi aveva acquisito la cartella clinica e il parere del responsabile sanitario del carcere, il quale era giunto alle stesse conclusioni di De Leonardis e cioè che le condizioni di Grieco non erano compatibili con il carcere. Il gip, quindi, aveva nominato un perito e disposto l’incidente probatorio per il 4 settembre prossimo.
La mamma di Grieco ha saputo della morte del figlio tramite l’avvocato Marino, il quale ha riferito che il suo assistito scriveva lettere alla madre tutti i giorni. Grieco scriveva spesso anche al suo avvocato.
Nel luglio scorso il legale di Grieco, l’avvocato Marino, aveva presentato al gip del capoluogo adriatico la richiesta della sostituzione della misura cautelare in carcere a cui aveva allegato la perizia dello psichiatra della clinica Villa Serena, Raffaele De Leonardis.
L’omicidio di Orlando, colpito con quattro coltellate, era avvenuto proprio davanti la porta del suo laboratorio-pasticceria. La prima lite tra i due risale al 2010. Il 41enne ce l’aveva con tutta la famiglia Orlando, nonostante sia la vittima sia la sua famiglia lo conoscessero da quando era bambino.
Proprio per i presunti rumori proveniente dal negozio, nel quale furono anche eseguiti dei lavori di insonorizzazione, Grieco aveva preso di mira, in particolare, Alessio, il figlio di Giandomenico, e due volte lo aveva aggredito alle spalle. Per questo nei suoi confronti furono avviati altrettanti procedimenti. La Divisione anticrimine della questura di Pescara aveva anche presentato alla Procura una misura cautelare nei confronti del 41enne ma non ci fu alcun seguito. L’unico provvedimento, un ammonimento, fu adottato dal questore di Pescara.
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