Il Comune di Pescara, nelle scorse settimane, ha preparato 2 bandi pubblici e una manifestazione di interesse che come obiettivo, tra l’altro, si pongono la tutela degli animali e l’organizzazione di attività di sensibilizzazione che incentivano la microchippatura e la sterilizzazione dei gatti randagi.
Come affermato dall’assessore Giuliano Diodati, l’azione dell’amministrazione comunale, è conseguente alle segnalazioni delle associazioni relative all’emergenza randagi sul territorio comunale. I 2 bandi sono rivolti a soggetti esterni che dovranno occuparsi del randagismo, mentre la manifestazione di interesse ha lo scopo di creare un elenco di veterinari che permetta, attraverso l’interfaccia dell’associazione che si aggiudicherà i bandi, di sterilizzare a prezzi convenzionati almeno 200 gatti liberi l’anno sul territorio comunale con una spesa di 70mila euro spalmata in 3 anni.
A questa manovra del Comune rispondono con durezza l’Anamvi (associazione nazionale medici veterinari) e l’Ordine dei Medici Veterinari della Provincia di Pescara che chiedono al sindaco Marco Alessandrini di ritirare il bando che sarebbe tutto da riscrivere visto che «cerca veterinari “disponibili” a sterilizzare gatti liberi, nella loro struttura, a 40/65 euro, Iva ed Enpav comprese. Nella somma liquidabile al professionista, l’illuminato estensore del bando vi fa rientrare anche l’inoculazione del microchip (transponder fornito gratuitamente dalla Asl)».
«In questo bando», commenta Marco Della Torre, presidente di Anamvi Abruzzo, «non solo non vengono indicate le dovute garanzie ai pazienti animali, malgrado il bando grondi di retorica del randagismo e della tutela animale, ma non sono stati definiti nemmeno i costi standard unitari delle prestazioni. L’assenza di riferimento alcuno a visita, esami e degenza post operatoria è un’altra caratteristica tipica di questo genere di delibere che non si curano di tracciare né in termini anagrafici né contabili gli interventi eseguiti. Le sterilizzazioni di cani e gatti di proprietà del sindaco, cioè di una articolazione dello Stato, sono atti di interesse pubblico, di sanità pubblica, in capo alla funzione pubblica e a pubblico bilancio».
Secondo i veterinari la delibera che accompagna il bando «ha i toni di un pubblico fallimento e somiglia ad una dichiarazione di resa: dopo decenni non si riesce a far fronte al moltiplicarsi di gatti randagi e vaganti (i fondi stanziati per il mantenimento di solito superano quelli per il loro contenimento demografico)».
«Infine, last but not list», conclude Della Torre, «le colonie feline tecnicamente si definiscono autolimitanti (cioè non rappresentano concretamente un problema di randagismo), anzi sono gli unici veri competitors alla moltiplicazione di ratti, che nel Comune di Pescara, vuoi per la situazione fognaria vuoi per la situazione di mare e fiume, rappresentano loro sì un vero problema per la salute pubblica».