Nonostante siano ormai passati circa 70 anni, il comitato PescaraTutela/Selfie oggi, lunedì 24 ottobre, ha deciso di inoltrare alla Compagnia di Pescara dei carabinieri una denuncia internazionale di sottrazione delle 4 statue allegoriche dell’artista Nicola D’Antino che erano presenti, come ornamento, sul ponte Littorio, poi divenuto ponte Risorgimento.
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A firmare la querela sono stati i soci del comitato: Licio Di Biase, Angela Appignani, Giulia De Collibus, Mariacristina Semproni e Michele Del Castello.
Le opere di D’Antino, importante artista del panorama culturale italiano della prima metà del Novecento, nato a Caramanico Terme il 31 ottobre del 1880 (deceduto nel 1966), autore delle fontane “Luminosa” e “Gemella” dell’Aquila, di due delle statue che adornano il Foro Italico a Roma e di tante altre sculture, venne richieste dall’architetto Cesare Bazzani dopo l’inaugurazione del ponte avvenuta il 14 agosto del 1933.
Bazzani, che firmò anche il progetto del palazzo delle Poste e della cattedrale di San Cetteo, pensò a 4 aquile, che vennero issate sugli alti piloni, e ingaggiò, per 130mila lire D’Antino per la realizzazione di 4 sculture in bronzo da consegnare entro il 14 agosto 1935, 4 nudi femminili, come scrive Gabriella Albertini, adagiati su basamenti lungo il parapetto del fiume.
Le sculture vennero sottratte durante la seconda guerra mondiale, poco prima che i tedeschi in ritirata facessero saltare il ponte littorio come si legge nel libro di Bertillo e Pittarello “Il martirio di una città – Pescara e la guerra 1941/44”. Per anni si è sostenuta la tesi che le statue fossero state fuse per riutilizzare il bronzo.
«Ma può esserci ancora una seppur minima speranza, che possano essere state collocate in qualche amena località dell’Europa e in particolare della Germania, dove spesso vengono rinvenute opere d’arte rastrellate dai tedeschi in giro per l’Europa»., fa sapere il comitato.
Per questa ragione PescaraTutela/Selfie, «alla luce delle celebrazioni del cinquantennale della morte di D’Antino, che produrranno una grande riflessione sull’artista anche alla presenza di Vittorio Sgarbi, ha ritenuto che questo fosse il momento più significativo per produrre una denuncia internazionale di sottrazione delle “quattro statue di bronzo realizzate da Nicola D’Antino che decoravano il Ponte Littorio” attivando, così, una ricerca internazionale dagli esiti incerti, ma non privi di speranza».