Portava avanti da almeno 10 anni la parallela attività di spaccio di droga, ma ieri, giovedì 10 marzo, gli agenti della squadra mobile della polizia di Pescara l’hanno arrestato in flagranza di reato con l’accusa di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
A finire in manette A.O., un insospettabile operaio 45enne di Montesilvano incensurato che è stato trasferito nel carcere di San Donato in attesa dell’interrogatorio del pm (pubblico ministero) Rosangelo Di Stefano.
Anche a seguito della perquisizione della casa sono state ritrovate diverse dosi di stupefacente pronte allo spaccio, chiuse nella cassaforte della camera da letto: in totale si tratta di circa 80 grammi di cocaina e più di un etto di hashish.
Che fosse di droga destinata alla vendita viene confermato da altri dettagli: il sequestro di 6.500 euro in contanti e di diverso materiale per la pesatura e il confezionamento delle dosi, compresi 2 bilancini di precisione e un macchinario per il confezionamento sottovuoto.
Anche dall’analisi dello smartphone e nello specifico dei messaggi “Whatsapp”, sono scaturiti segni inequivocabili di chat con decine di persone, tutti caratterizzati dall’uso di termini palesemente codificati, quali “cavetti”, “nuotate”, “custodie” e “tablet”.
L’arrestato ha anche continuato a ricevere messaggi da parte di acquirenti che chiedevano un incontro mentre si trovava già all’interno della Questura in seguito all’arresto. Così anche i clienti sono stati coinvolti nell’indagine e altro non hanno potuto se non collaborare visto che i poliziotti si sono presentati nei vari luoghi degli appuntamenti al posto dello spacciatore.
In questa maniera è stato possibile ricostruire l’attività del 45enne che andava avanti ormai da almeno 10 anni. Tra i clienti, alcuni dei quali scoppiati in un pianto liberatorio dopo il racconto di una spesa anche di decine di migliaia di euro, anche diversi professionisti e padri di famiglia.