Avrebbero spacciato droga per anni, fornendo cocaina “a credito” per poi chiedere cifre di gran lunga maggiorate, e arrivando a minacciare di morte chi non rispettava i pagamenti: queste le scoperte fatte dai carabinieri a Pescara e che ieri, mercoledì 12 settembre, hanno portato all’arresto di 3 persone.
Per guardare alcune foto delle operazioni dei militari clicca sull’immagine qui di seguito:
A finire in manette, con le accuse di spaccio continuato di sostanze stupefacenti in concorso, estorsione continuata in concorso e detenzione illegale di arma comune da sparo, S.S., 31enne; F.S., 60enne, e A. S., 48enne, tutti già noti alle autorità.
L’operazione è stata condotta mercoledì mattina nella zona di Rancitelli e ha visto impegnati 30 militari della Compagnia di Pescara oltre ai colleghi del Nucleo Cinofili di Chieti, i quali hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Pescara su richiesta della Procura, nei confronti delle tre persone.
Il 60enne è stato ristretto ai domiciliari, mentre gli altri due arrestati (31enne e 48enne) sono stati trasferiti nel carcere di Pescara.
L’operazione di ieri è stata condotta a conclusione di indagini partite dai militari della Stazione di Pescara Scalo nel novembre del 2016 in seguito alla denuncia fatta da un assuntore, e poi proseguita grazie a numerosi pedinamenti, controlli e servizi di osservazione da parte dei militari.
Nel corso delle indagini i carabinieri avrebbero appurato l’esistenza di una fiorente attività di spaccio di cocaina a Pescara e nella provincia, messa in piedi a partire dalla fine del 2015, da spacciatori residenti in città nella zona di Rancitelli.
I tre arrestati avrebbero ceduto, nel periodo in questione, dosi di cocaina a due consumatori locali al prezzo di 100 euro al grammo.
In diverse occasioni i tre avrebbero anche spacciato la droga “a credito”, chiedendo poi cifre maggiorate per saldare i debiti.
Le richieste di denaro sarebbero diventate insostenibili per uno dei due assuntori, il quale si sarebbe rivolto ai carabinieri denunciando il tutto.
L’uomo sarebbe arrivato a spendere migliaia di euro per le cessioni, e per recuperare i soldi da consegnare agli spacciatori, avrebbe svuotato i conti bancari e chiesto perfino un finanziamento di 20mila euro.
Al fine di riscuotere il denaro, i tre arrestati ieri avrebbero inviato minacce via telefono e messaggi tipo “ti spezzo le gambe”.
Oltre a ciò, sarebbero state continue le “visite” nei pressi dell’abitazione dei genitori della giovane vittima la quale, in un’occasione, sarebbe stata legata a una sedia e minacciata di morte con una pistola puntata alla testa.
Stando alle stime dei militari l’assuntore in questione, tra contanti e gioielli, nel corso degli anni avrebbe sborsato oltre 60mila euro, ai quali si aggiungerebbero tutti i debiti chiesti dagli arrestati e i prezzi maggiorati fino al 60% in più della droga spacciata.
A porre fine a quella che, sempre stando ai carabinieri, sarebbe diventata una spirale senza uscita per i due assuntori, sarebbero giunte le indagini dei militari culminate con gli arresti di mercoledì
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