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Sicurezza, Confartigianato: «Pescara come il far west»

«Pescara è come il far west». Chiaro il messaggio di allarme che lancia Confartigianato sulla situazione della sicurezza in città dopo l’ennesimo rogo subito da un bar di piazza Troilo nei pressi di viale Pindaro.

Secondo l’associazione di categoria la situazione è divenuta insostenibile per i commercianti e sarebbe necessario un tavolo permanente tra Comune e Regione, oltre a una maggiore sorveglianza e a misure che incentivino l’installazione di di sistemi di sicurezza nelle attività.

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«Le vie principali», denuncia Massimiliano Pisani, presidente di Confartigianato Commercio Pescara, sono divenute luogo di bivacco e perfino di prostituzione. Senzatetto spuntano dai cassonetti dell’immondizia, probabilmente dopo avervi passato la notte, come testimonia la foto che ho scattato alle 10 di mattina nella centralissima via Carducci. La situazione, ormai, è insostenibile e la questione sicurezza deve diventare una priorità per la città».

cassonetto

Tra le strategie immediate, Pisani auspica «un più efficace coordinamento delle forze dell’ordine, che devono dialogare con i commercianti, i quali dovrebbero segnalare in tempo reale rischi, problemi e presunti abusi, così da consentire agli investigatori di verificare gli eventuali pericoli. Inoltre c’è bisogno di una maggiore sorveglianza delle strade principali della città, soprattutto nelle ore notturne».

Confartigianato Commercio propone poi una serie di iniziative destinate ai piccoli imprenditori per migliorare la situazione sicurezza: «Si potrebbero prevedere», spiega il presidente, «delle agevolazioni comunali o regionali per chi installa impianti di videosorveglianza o sistemi di allarme, magari azionabili dagli operatori e direttamente collegati con le forze dell’ordine. Sarebbe inoltre opportuna una revisione della legge regionale di settore, risalente agli anni ’70, in modo da prevedere dei parametri ben precisi, che impongano l’installazione di sistemi di sicurezza quale condizione per l’apertura di nuovi negozi o attività commerciali, magari introducendo degli sgravi contributivi per recuperare la spesa. C’è poi il discorso formazione: gli operatori dovrebbero essere preparati dagli stessi enti per poi saper affrontare eventuali situazioni di pericolo».