Tre uomini di nazionalità bulgara, già noti alle forze dell’ordine, arrestati e 9 loro connazionali deferiti, tutti con l’accusa di sfruttamento della prostituzione aggravata dalla trans nazionalità. Questo il bilancio dell'”Operazione Ombre Bulgare” condotta dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Pescara in collaborazione con la polizia bulgara, i Servizi per la cooperazione internazionale e l’Europol.
Nello specifico, l’attività d’indagine, partita nel settembre dello scorso anno, ha permesso di smantellare la rete della prostituzione gestita da questa banda di bulgari che aveva preso possesso, con prostitute della medesima nazionalità, della zona dell’università e del tribunale in viale Pindaro e via Falcone e Borsellino ma anche di via Nazionale Adriatica Nord e il lungomare fino al confine con Francavilla al Mare, scalzando di fatto le prostitute rumene che invece sono rimaste nella zona della stazione ferroviaria centrale.
L’operazione si è conclusa con l’arresto in Bulgaria, a Sofia e Vidin, di 2 dei destinatari delle misure cautelari emesse dal Gip (giudice per le indagini preliminari) del tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, su richiesta del pm (pubblico ministero) Andrea Papalia, mettendo così fine a un giro d’affari di circa 2.500/3.000 euro al giorno.
Di nazionalità bulgara e dell’est Europa, avevano un modo di agire diverso rispetto ad albanesi e rumeni, dato che controllavano a vista le donne che portavano a prostituirsi in strada stando all’interno delle autovetture a poca distanza e ogni 2-3 ore prelevano dalle loro mani il denaro percepito dai clienti e anche per porgere acqua o cibo. Inoltre un elemento, definito “il vecchio”, dalle ore 21 fino alle 3 di notte, girava in sella a una bicicletta percorrendo le strade delle prostitute per controllare che tutto fosse in ordine.
In un paio di retate, una ventina di queste prostitute sono state portate in caserma allo scopo di fornire a loro assistenza per sottrarle alle minacce dei loro aguzzini, ma hanno sempre mostrato un ostinato ostruzionismo e reticenza nei confronti dei militari. Solo una di loro, costretta a dormire in una vettura sulle colline di Francavilla al Mare, ha avuto il coraggio di denunciare una coppia di bulgari arrestata in Bulgaria il mese scorso ed estradata in Italia ieri sera con l’arrivo all’aeroporto di Fiumicino a Roma.
La banda si muoveva da Pescara per arrivare in Bulgaria passando da Brindisi (dove si imbarcavano) e dall’ex Jugoslavia al fine di trasportare il denaro contante per poi fare ritorno passando da Aurisina in provincia di Trieste.
«Il fenomeno non è arrestato», afferma il Maggiore Massimiliano Di Pietro, «perché purtroppo è ricorrente. C’è inoltre ancora da valutare un’eventuale connivenza di qualche gestore di strutture ricettive che avrebbe ospitato per i pernotti le prostitute».
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