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Renzi a Pescara, il presidente del Consiglio si è nascosto alla gente

Era davvero da molti anni che a Pescara non si vedeva uno spiegamento di forze dell’Ordine come quello visto ieri, giovedì 10 novembre, in occasione della visita del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Centinaia di poliziotti, carabinieri, finanzieri, uomini della polizia municipale hanno presidiato ogni angolo della città con camionette, moto, automobili.

Giubbotti antiproiettile e assetto antisommossa, come nei film americani, davvero troppo. E tutto questo per cosa? Per agevolare la visita del primo ministro Renzi che ha accuratamente evitato ogni contatto diretto con i cittadini.

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La prima tappa pescarese di Renzi è stata quella a ora di pranzo al porto turistico: nessuno aspettava l’arrivo, forse non così atteso, dell’esponente del Pd. Solo una ventina di esponenti di CasaPound lo aspettavano con uno striscione e 2 bandiere di fronte all’ingresso, ma Renzi ha evitato accuratamente il passaggio da quelle parti passando dall’ingresso del porto sul lungofiume, scortato da D’Alfonso, Alessandrini e tutto l’entourage pd.

Dopo l’inaugurazione della scuola a Spoltore, ecco l’arrivo all’Aurum, dove gli esponenti di CasaPound sono stati invitati con fermezza, direttamente dal Questore Paolo Passamonti, ad allontanarsi dalla zona della storica struttura (e fatti accompagnare da carabinieri e guardia di finanza verso lo stadio), evidentemente per non disturbare l’ingresso trionfale di D’Alfonso e Renzi. Ingresso che non è stato possibile nemmeno vedere per i giornalisti, visto che o si stava in mezzo alla gente, poca in realtà, senza poter però entrare, o si entrava subito nell’Aurum prima dell’arrivo di Renzi. L’unico autorizzato a restare nell’area (da bonificare, come ci è stato detto) un operatore dello staff del primo ministro.

All’interno una schiera di sindaci, in pratica tutti targati Pd, alcuni dei quali si sono affrettati, nonostante la fascia tricolore, a scattare foto e selfie con gli smartphone in compagnia di Renzi, esponenti del medesimo partito e gli operatori dell’economia abruzzese. Insomma difficilmente sarebbero emerse polemiche o problemi. O semplicemente un vero confronto di idee.

Anche al teatro Circus, i contestatori, lasciati accuratamente fuori e presidiati da agenti in assetto antisommossa, mentre dentro ingresso riservato a un pubblico di certo non contrario. Anche in questo caso l’ingresso di Renzi è avvenuto da un ingresso secondario, evitando il contatto con la gente, quella che dovrebbe essere anche la sua gente, essendo, seppur mai eletto da nessuno in Parlamento, il numero uno del governo italiano.

Gran finale nell’aula consiliare del Comune di Pescara dove Renzi ha spiegato le ragioni del sì al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre. Dentro una platea tranquilla mentre in piazza Italia coloro che non la pensavano come il presidente del Consiglio, come quelli del corteo di ieri pomeriggio che ha invaso le vie del centro cittadino, scortati da decine e decine di forze dell’ordine.

La base di ogni democrazia dovrebbe essere il confronto, ma ieri confronto, almeno quello vero, a Pescara non c’è stato. Sarà, forse, per la prossima volta!!!