Spaccio di stupefacenti, ricettazione, porto e detenzione abusiva di armi: queste le accuse delle quali dovranno rispondere 4 persone: 3 arrestate e sottoposte ai domiciliari dalla guardia di finanza di Pescara, e una costretta all’obbligo di dimora.
Le fiamme gialle pescaresi, nella mattinata di oggi, martedì 23 febbraio, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Pescara, Gianluca Sarandrea, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica, Gennaro Varone.
Per vedere alcune foto del materiale sequestrato nel corso delle indagini, clicca sull’immagine qui di seguito:
Protagonisti della vicenda sono due cittadini di Montesilvano, C.G., di 50 anni, e D. A., 32enne, oltre a M.G., 37enne di origini albanesi, domiciliato a Roma.
Per questi tre, già noti alle autorità, è scattata la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre per il quarto, D.M. di 36 anni di Montesilvano, è scattato l’obbligo di dimora, con divieto di allontanarsi dall’abitazione nelle ore notturne.
Gli arresti appena notificati, compiuti al termine di perquisizioni effettuate anche con l’ausilio delle unità cinofile tra Pescara e Roma, sono il frutto di un’accurata indagine del Nucleo di Polizia Tributaria di Pescara, che ha portato alla scoperta di una rete di spaccio di cocaina e hashish tra Pescara e Chieti, oltre all’organizzazione di rapine ai danni di esercizi commerciali della zona.
Tutto sarebbe partito nel mese di aprile del 2015, quando a Pescara fu arrestato un cittadino albanese coperto con 4 chilogrammi di hashish.
Sempre nello stesso mese, a San Giovanni Teatino erano stati scoperti tre uomini a bordo di un’auto rubata, mentre stavano indossando passamontagna e guanti.
In quell’occasione, nel bagagliaio dell’auto era stato trovato un vero e proprio arsenale, tra coltelli, scacciacani e attrezzi da scasso.
In casa di una delle persone fermate era stato inoltre scoperto un fucile da caccia con circa 300 munizioni e una serie di coltelli e altre armi, detenute illegalmente, oltre a della merce risultata rubata.
Le approfondite indagini della guardia di finanza avrebbero poi portato alla scoperta di diversi episodi di spaccio di droga, e di contatti con la criminalità albanese per i “rifornimenti” di sostanza stupefacente.
La banda, sempre stando all’esito delle indagini, avrebbe poi progettato di compiere furti e rapine al fine di utilizzarne i proventi per finanziare l’acquisto di ulteriori quantitativi di droga per incrementare la rete di spaccio.
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