Rapina ad anziano in casa a Pescara: arrestata una donna e indagati due possibili complici.
Queste, in estrema sintesi, le novità che riguardano l’aggressione e la rapina in casa ai danni di un anziano avvenuta all’interno di un appartamento in via Mazzarino il 19 novembre scorso.
A finire in manette una 46enne pescarese già nota alle autorità, nei confronti della quale il Gip ha emesso l’applicazione della misura cautelare di custodia in carcere su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Pescara.
La donna dovrà rispondere dei reati di concorso in rapina e lesioni (aggravati dall’esser stati commessi da più persone, dall’avere adoperato violenza idonea a porre la vittima in stato di incapacità di agire, dall’aver commesso il fatto in un luogo di privata dimora e dall’aver profittato di circostanze personali in riferimento all’età della vittima, tali da ostacolarne la privata difesa.
E con l’ulteriore aggravante della recidiva, essendo la donna già nota alle autorità).
La 46enne dovrà inoltre rispondere del reato di evasione (all’epoca della rapina si sarebbe dovuta trovare agli arresti domiciliari nella sua abitazione).
Gli agenti hanno inoltre ricostruito quanto avvenuto nella serata del 19 novembre scorso in via Mazzarino (traversa di viale Marconi e di via Benedetto Croce nella zona di Portanuova e dello stadio Adriatico) nell’appartamento dell’ultraottantenne.
Stando a quanto riferito l’anziano, che si trovava da solo in casa, mentre stava guardando la televisione, avrebbe udito la porta di casa aprirsi.
Avvicinatosi all’uscio (pensando si trattasse di un parente), avrebbe notato la presenza di una donna.
Quest’ultima lo avrebbe spintonato verso la sala intimandogli di non muoversi: in caso contrario, stando a quanto riferito dalla polizia, le persone che erano con la donna lo avrebbero sgozzato.
A quel punto l’uomo avrebbe provato a opporre resistenza e a uscire dalla stanza, venendo però colpito al volto da un pugno da parte di uno dei complici della donna giunti nel frattempo in casa.
Sempre stando alle ricostruzioni della polizia, mentre la donna costringeva l’uomo in sala, i due complici, probabilmente con l’ausilio di una mola, sarebbero riusciti a forzare la cassaforte a muro in camera da letto.
Dall’interno sarebbero stati asportati diversi preziosi, tra i quali la fede nuziale della moglie dell’anziano.
Gli autori della rapina si sarebbero poi dati alla fuga, mentre l’anziano, dopo essersi affacciato sul balcone, avrebbe lanciato l’allarme.
Sul posto sarebbero poi giunti gli agenti della Squadra Volante e della Squadra Mobile della Questura di Pescara, oltre a un’ambulanza.
All’anziano, trasportato in ospedale, sarebbe stato riscontrato un trauma facciale, con una prognosi di 21 giorni.
I poliziotti avrebbero immediatamente avviato le indagini per ricostruire quanto accaduto.
Nell’appartamento, sul tavolo della sala da pranzo, la polizia scientifica avrebbe rinvenuto un frammento di impronta papillare.
Quest’ultimo avrebbe poi permesso, dall’indagine dattiloscopica, l’identificazione della donna già nota alle autorità poi arrestata.
Oltre a ciò, il coinvolgimento della donna nella rapina sarebbe stato supportato da altre indagini e dai video delle telecamere di sorveglianza di un esercizio commerciale nei pressi dell’appartamento rapinato.
In base a questi ultimi sarebbe poi emerso l’eventuale coinvolgimento nella rapina di due complici della donna.
Gli investigatori avrebbero notato la presenza, nella zona della rapina, di uno “stop” di un’auto di colore scuro non funzionante.
Lo stesso “stop” non funzionante sarebbe stato poi notato su un’auto in uso ai presunti complici della donna.
Alla luce di quanto emerso nel corso delle indagini, è stata pertanto emessa la misura cautelare nei confronti della donna, notificata in carcere a Chieti (dove si trovava per altre violazioni) dagli agenti della sezione “antirapina” della Squadra Mobile di Pescara.
I poliziotti hanno inoltre eseguito delle perquisizioni nel domicilio degli altri due indagati, acquisendo degli elementi a riscontro del loro eventuale coinvolgimento nella rapina.