Riceviamo e pubblichiamo la lettera inviata da Massimo Del Bianco, direttore generale di Attiva spa a seguito della protesta di un gruppo di lavoratori interinali fatta questa mattina davanti al sede del Comune di Pescara in piazza Italia.
«I lavoratori somministrati che ad oggi hanno fatto pervenire alla Attiva una impugnazione stragiudiziale dei loro contratti di lavoro sono, allo stato, solo 16. Non sono stati notificati ricorsi giudiziali, eccezion fatta per quello del sig. D’Addario Camillo, nel 2014, accolto con provvedimento di fine ottobre 2015 dal Tribunale di Pescara, Giudice Massimo Di Cesare. Avverso la sentenza Attiva – ritenendo sussistenti diversi motivi di impugnazione – ha proposto appello depositando il relativo atto in data 19.11.2015 presso la Corte d’Appello di L’Aquila. La proposizione del gravame e la possibilità che la decisione del Giudice di prime cure intervenga a breve (si è in attesa dell’udienza di discussione), anche in senso favorevole all’azienda, hanno indotto quest’ultima a non dare esecuzione al provvedimento di primo grado. Possibilità del tutto legittima. Stupisce, inoltre, il tentativo dei lavoratori interinali di strumentalizzare i contenuti del piano triennale 2014-2016 di Attiva nella parte in cui viene fatta menzione del ricorso alla somministrazione di lavoro interinale. In verità il predetto piano è stato superato da quello successivo, relativo al triennio 2015-2017, approvato nei primi giorni del mese di settembre 2015 dalla Giunta Comunale. E ciò che preme ulteriormente sottolineare è che il concorso per l’assunzione a tempo indeterminato di 61 operatori ecologici, recentemente bandito dalla società, è stato organizzato proprio per contrastare il lavoro precario (sono peraltro venuti meno, per le società partecipate quali Attiva, i vincoli normativi assunzionali imposti dalle norme che le equiparavano agli enti pubblici (D.L 112/2008 e successive modifiche). La Attiva, società in house providing interamente partecipata dal Comune di Pescara, non può (né poteva) assumere i lavoratori cui ha fatto ricorso per le stagionalità, dovendo invece garantire il reclutamento del personale nel rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità, imparzialità etc. di cui al DL 118/2008 e della L. 165/2001. Per quanto riguarda l’affermazione i alcuni lavoratori interinali e riportato nell’articolo pubblicato sul sito di Rete8 secondo cui “Del Bianco dice che occorre trovare persone serie e laboriose, con tanta voglia di lavorare, perché c’è molto da fare. Noi – hanno detto gli operatori Attiva durante la manifestazione di questa mattina – ci sentiamo offesi da queste dichiarazioni visto che per anni abbiamo svolto col massimo impegno il nostro lavoro, nonostante il futuro incerto, in base al nostro contratto. Durante le nevicate del 2012, ad esempio, non ci siamo tirati indietro, come in altre situazioni importanti per la città di Pescara. Attendiamo risposte, da parte del Sindaco e dell’Amministrazione comunale.” spiace evidenziare che si tratta di una ennesima mistificazione della realtà. Le parole precise a riguardo riportate dalla stampa (Il Centro dell’8/12/2015) sono le seguenti: “Nella preselezione, fa notare [cfr. Del Bianco], c’erano «diciottenni ma anche persone con più di 60 anni», ed è indicativo della disperata necessità di lavoro che accompagna molti italiani. Per chi ce la farà si annuncia una fine dell’anno strepitosa, «e noi», commenta Del Bianco, «ci auguriamo che entreranno in Attiva persone serie e laboriose, con tanta voglia di lavorare, perché c’è molto da fare». Solo orecchie maliziose hanno potuto confondere un semplice auspicio sugli esiti del concorso (aperto anche agli interinali medesimi) con un’offesa ai lavoratori il cui operato, in più di un’occasione, ho apprezzato e difeso. Quanto al danno erariale paventato dagli “interinali senza gloria” e dal loro legale Avv. Carlo Alfani, l’assunzione dei vincitori del concorso oltre a garantire il rispetto da parte della società delle procedure ad evidenza pubblica previste per le assunzioni, consentirà di ottenere sgravi contributivi per circa 1.500.000 in tre anni oltre ad un risparmio strutturale di circa 150.000 euro /anno in termini riduzione dell’IRAP e di risparmi sui costi del servizio della società di lavoro somministrato. Altro che danno erariale!»